Quando un cittadino dell'Unione compie un crimine può essere espulso o “vince” la libera circolazione? Dipende. Chiesa: «Sempre peggio»
ZURIGO - Alla fine dello scorso luglio il Tribunale federale aveva respinto il ricorso di un pluricondannato di nazionalità italiana che si era opposto alla sentenza di espulsione appellandosi all'accordo di libera circolazione delle persone.
Secondo quest'ultimo, infatti, il permesso di soggiorno di un cittadino Ue può essere ritirato solamente se mette a repentaglio la sicurezza o l'ordine pubblico. Un altro caso analogo, con un giudicato di nazionalità tedesca, si era risolto in maniera contraria e lui era potuto restare in Svizzera
Il conflitto fra la legge federale e la libera circolazione con l'Ue, in futuro, potrebbe esacerbarsi ulteriormente. Stando a quanto riportato dal Blick, nell'ambito dei negoziati sull'accordo quadro Bruxelles starebbe facendo pressioni affinché la Svizzera adotti le linee guide sulla cittadinanza dell'Unione.
Se questo dovesse succedere l'espulsione di criminali stranieri europei sarebbe ulteriormente complicata. Attualmente negli stati dell'Ue, infatti, un criminale può essere espulso solamente «per motivi convincenti di sicurezza pubblica o dell'ordine». Condizioni, queste, determinate dagli Stati membri.
«Una nazione che rinuncia al diritto di poter stabilire chi può e chi non può restare all'interno dei suoi confini, non è più una nazione», chiosa il Nazionale democentrista Claudio Zanetti, «diventeremo il ricettacolo dei criminali di tutto il continente».
Frena invece la deputata socialista Flavia Wasserfallen secondo la quale, a sua conoscenza, la questione non solo non sarebbe in discussione ma non verrebbe nemmeno approvata dal Parlamento. Per lei, quindi, non si tratterebbe d'altro che di una proverbiale «tempesta in un bicchiere d'acqua».
Marco Chiesa: «Sempre peggio» - Il Consigliere nazionale UDC ribadisce su Facebook la propria idea sull'accordo quadro con l'UE, che definisce «deleterio». E rincara la dose, ammettendo di essere «senza parole»: «L’accordo sulla libera circolazione è un accordo internazionale e dunque ha la priorità sulle decisioni interne del popolo svizzero. In questo caso su quella voluta dai cittadini svizzeri che prevede l’espulsione dei criminali stranieri - scrive Chiesa -. Sarà dunque Bruxelles a decidere e non gli svizzeri chi possono espellere dal proprio territorio».