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SVIZZERASono 93 le persone partite per unirsi alla jihad

16.08.18 - 11:00
Per il SIC «la valutazione della minaccia terroristica è elevata. Gli attacchi sono spesso perpetrati da lupi solitari o da piccoli gruppi che si sono radicalizzati senza partire in zone di conflitto
Keystone
Sono 93 le persone partite per unirsi alla jihad
Per il SIC «la valutazione della minaccia terroristica è elevata. Gli attacchi sono spesso perpetrati da lupi solitari o da piccoli gruppi che si sono radicalizzati senza partire in zone di conflitto

BERNA - Rispetto ai dati diffusi in maggio, il numero di persone partite all'estero con possibili finalità jihadiste che si sono trattenute o si trovano ancora in zone di conflitto, è rimasto fermo a 93. Lo indica oggi il Servizio delle attività informative della confederazione (SIC) in una nota, precisando che tra questi casi ci sono 31 svizzeri (di cui 19 con doppia cittadinanza), una dozzina di donne con un legame col nostro Paese e più di 20 minori con meno di 12 anni.

Alla luce degli attentati avvenuti in Europa negli ultimi mesi, aggiunge il SIC, «la valutazione della minaccia terroristica resta elevata nel nostro Paese». Gli attacchi sono molto spesso perpetrati da lupi solitari o da piccoli gruppi che si sono radicalizzati senza necessariamente intraprendere un viaggio in zone di conflitto.

Il SIC raccoglie dati sul fenomeno dal 2001 collaborando con i Cantoni e con le altre autorità. Dal 2013 ad oggi, il numero di persone partite per l'estero è passato da una ventina a 93. Il numero complessivo di persone rientrate in Svizzera è di 16, tra cui 13 casi confermati.

Dal 2001 a oggi 78 persone si sono recate in Siria e in Iraq e 15 in Somalia, Afghanistan e Pakistan. Per la prima volta, il SIC ha registrato anche una partenza per le Filippine. Alcune persone si trovano ancora nel medesimo luogo, 32 sono decedute (26 i casi confermati), altre si stanno spostando all’interno delle zone di conflitto o sono rientrate.

Dal 2016 in poi il SIC non ha più rilevato nuovi casi di partenze con finalità jihadiste in Siria e in Iraq e ritiene esiguo il numero di soggetti che potrebbero far ritorno in Svizzera, soli o con minori.

Diverse voci si sono alzate in parlamento per il ritiro del doppio passaporto per i presunti terroristi islamici. È quanto ha chiesto di recente il presidente dell'UDC svizzera, Albert Rösti, in un'intervista rilasciata al "SonntagsBlick".

A detta di Rösti, la Confederazione sta attualmente negoziando il ritorno di cinque persone, due donne e tre uomini. Secondo il presidente dell'UDC, i rimpatriati devono essere immediatamente incarcerati e tenuti in stato di detenzione. Il partito democentrista vorrebbe infatti richiedere al Parlamento l'elaborazione della base giuridica necessaria a tal fine. Rösti ha poi aggiunto che chi ha fatto parte dell'ISIS deve andare in prigione per tutta la vita.

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