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BASILEA CITTÀLa cartella elettronica sbarca anche sul Reno

15.08.18 - 11:36
Dopo Ginevra nel 2010, Basilea Città è il primo cantone della Svizzera tedesca ad aver istituito il sistema al termine del progetto pilota
Keystone
La cartella elettronica sbarca anche sul Reno
Dopo Ginevra nel 2010, Basilea Città è il primo cantone della Svizzera tedesca ad aver istituito il sistema al termine del progetto pilota

BASILEA - La cartella elettronica del paziente è ormai realtà anche in Svizzera tedesca: oggi Basilea Città ha introdotto ufficialmente il sistema informatizzato per rendere i dati sanitari più accessibili in determinare circostanze, con l'obiettivo di garantire trattamenti migliori e più sicuri.

Secondo la legge federale sulla cartella informatizzata del paziente, entrata in vigore nel 2017, gli ospedali dovranno adeguarsi entro il 2020. Le case di riposo, di maternità e di cura potranno disporre di due anni supplementari.

Dopo Ginevra nel 2010, Basilea Città è ora il primo cantone della Svizzera tedesca ad aver istituito il sistema al termine dei progetti pilota.

Il responsabile basilese della sanità Lukas Engelberger ritiene che l'introduzione del dossier elettronico dei pazienti - o EPD (acronimo di elektronische Patientendossiers) - permetterà maggior "efficienza ed economicità". I dati memorizzati digitalmente, ha indicato oggi Engelberger davanti ai media, dovrebbero rendere le cure migliori e più sicure.

Identità digitale per accedere ai dati - Nel sistema utilizzato nella Svizzera nord-occidentale, denominato "MyEPD", i clienti possono eventualmente decidere di dare accesso ad informazioni su alcune diagnosi o cure per un periodo ben stabilito.

A "MyEPD" si accede con una password e codici monouso via SMS, così come accade per alcuni sistemi di e-banking. Agli operatori sanitari è richiesta una propria identità digitale per vedere i dati e altri requisiti aggiuntivi.

Il via libera alla cartella elettronica del paziente è stato dato in alcune cliniche dell'Ospedale universitario di Basilea (USB). Entro la fine del 2019 si prevede che il sistema venga utilizzato in tutti i reparti. L'anno successivo è invece previsto il collegamento di altre strutture sanitarie cantonali e anche in alcune di Basilea Campagna e Soletta.

L'EPD viene tuttavia promosso a livello nazionale: Ginevra, Vallese e Vaud, ad esempio, collaborano allo sviluppo della cartella clinica elettronica nella Svizzera romanda. L'obiettivo è istituire una piattaforma comune, dividendo i costi di attuazione.

Nel 2017 la Confederazione ha garantito un totale di 30 milioni in tre anni per finanziare l'avvio di questo sistema. La tecnica per sviluppare il dossier informatizzato del paziente è stata fornita dalla Posta ai cantoni di Vaud e Ginevra.

Apertura volontaria - I pazienti decidono volontariamente se aprire o meno una cartella elettronica. In base alla legge, il personale di istituzioni pubbliche e cantonali possono accedere ai dati solo se il paziente ha acconsentito all'apertura dell'EPD. Ciò non è invece permesso alle casse malattia e ai datori di lavoro.

A causa delle resistenze del settore medico - in parte scettico a causa delle preoccupazioni in merito alla protezione dei dati - i fornitori di servizi ambulatoriali come farmacisti, ostetriche, chiropratici e anche gli stessi medici non sono tenuti a introdurre obbligatoriamente la cartella elettronica del paziente.

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