La donna aveva convinto l'uomo a fornirle un falso certificato di salario, chiedendo in seguito oltre 200mila franchi di salari arretrati
GINEVRA - È arrivata fino in tribunale la vicenda di un banchiere ginevrino, messo nei guai dalla sorella della propria donna di servizio. Secondo quanto riferito dalla “Tribune de Genève”, i due avevano in seguito iniziato a frequentarsi.
Ed è proprio sfruttando questa situazione che la donna ha chiesto di poter ottenere un falso certificato di lavoro, che doveva servire «a facilitarla nella ricerca di un impiego». A diciotto mesi di distanza dall’ottenimento del certificato, la donna si è rivolta al tribunale del lavoro ginevrino reclamando ben 215’000 franchi di salari arretrati, dichiarando - per giustificarsi - di aver lavorato sette giorni su sette dalle 8 del mattino fino alle 23.
Il banchiere si è quindi rivolto alla giustizia, facendo scattare una denuncia per truffa. E la giustizia gli ha dato ragione, condannando la donna ad una pena di 90 aliquote giornaliere con la condizionale. Il tribunale del lavoro deve invece ancora pronunciarsi in merito alla richiesta degli “arretrati” presentata dalla donna.