Il Consiglio federale boccia l'iniziativa popolare e propone un controprogetto indiretto: anche il carcere per chi obbliga una donna a indossare il niqab
BERNA - No all'iniziativa popolare "Sì al divieto di dissimulare il proprio viso", poiché i Cantoni devono continuare a poter decidere autonomamente. Questo è quanto sostiene il Consiglio federale, che contrappone al testo un controprogetto indiretto con misure mirate, che intendono eliminare «possibili tensioni». Le pertinenti proposte sono state poste in consultazione.
L'iniziativa, depositata il 15 settembre 2017 con 105'553 firme valide, chiede che in tutto il territorio svizzero nessuno possa più dissimulare il proprio viso negli spazi pubblici e nei luoghi accessibili al pubblico. Le eccezioni sono possibili esclusivamente per motivi inerenti alla salute, alla sicurezza, alle condizioni climatiche e alle usanze locali e vanno concretizzate a livello di legge, ricorda l'esecutivo in una nota odierna.
Il governo non è d'accordo con i promotori del testo, poiché «in Svizzera il disciplinamento dello spazio pubblico compete tradizionalmente ai Cantoni, che anche in futuro devono poter decidere autonomamente» se prevedere un tale divieto. Il Canton Ticino, per esempio, ha introdotto un simile divieto nel 2013, altri Cantoni, come Zurigo e Soletta, lo hanno invece respinto. L'iniziativa non consentirebbe più l'adozione di soluzioni cantonali differenziate, deplora il Consiglio federale nella nota.
Maggiore chiarezza - Con il controprogetto indiretto, il governo propone pertanto di introdurre a livello di legge misure mirate nei settori in cui ha la competenza legislativa. L'esecutivo ritiene ad esempio «inaccettabile che donne siano costrette a dissimulare il viso» e intende dichiarare esplicitamente punibile una simile coercizione, con una pena detentiva sino a tre anni o con una pena pecuniaria. La menzione esplicita nel Codice penale - con una disposizione all'articolo 181 relativo alla coazione - chiarisce che un simile comportamento non viene tollerato.
Il Consiglio federale stabilisce inoltre «chiaramente» le condizioni alle quali, nell'ambito dei contatti con le autorità, occorre scoprire il viso e le sanzioni che il rifiuto comporta. In tal modo si vogliono eliminare possibili tensioni. Le disposizioni svolgono pure un effetto preventivo e consentono di stabilire una prassi uniforme, spiega il governo.
Concretamente, la legge esige che i privati mostrino il volto quando ciò è necessario ai fini dell'identificazione. La legge disciplina in parte già oggi simili situazioni, segnatamente nei settori della sicurezza, della migrazione e delle assicurazioni sociali. Manca tuttavia in parte un disciplinamento specifico. La nuova legge vuole creare la necessaria chiarezza, ad esempio nel settore del trasporto di persone. Chi non dà seguito a una ripetuta ingiunzione a mostrare il viso sarà punito.