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SVIZZERAUna petizione per proteggere le vittime di tortura

26.06.18 - 14:21
«Sarà difficile convincere le autorità svizzere», ha dichiarato Sophie Kreutzberg, dell'organizzazione cristiana contro la tortura e la pena di morte
http://www.acat.ch
Una petizione per proteggere le vittime di tortura
«Sarà difficile convincere le autorità svizzere», ha dichiarato Sophie Kreutzberg, dell'organizzazione cristiana contro la tortura e la pena di morte

BERNA - La Svizzera deve impegnarsi a proteggere maggiormente le vittime di tortura. È quanto chiede una petizione munita di 4667 firme consegnata oggi alla consigliera federale Simonetta Sommaruga. Il testo invita Berna ad applicare il Protocollo di Istanbul, documento delle Nazioni Unite che contiene standard di portata generale per esaminare e documentare la tortura e altre violazioni dei diritti umani.

«Sarà difficile convincere le autorità svizzere», ha dichiarato Sophie Kreutzberg, dell'organizzazione cristiana contro la tortura e la pena di morte (ACAT), che ha promosso la petizione assieme ad altre ong, come Amnesty International. «Eppure basarsi sulle inchieste condotte sotto l'egida del Protocollo di Istanbul è un modo di documentarsi scientificamente sulle torture subite o meno da un richiedente asilo».

Oltre alla petizione, sono state depositate tre interpellanze in parlamento e diverse ong hanno istituito un gruppo di lavoro. «Cerchiamo di fare pressione a vari livelli», ha spiegato Kreutzberg.

Secondo l'ACAT, la vicenda dell'attivista basca Nekane Txapartegi ha offuscato la reputazione della Svizzera. Le accuse di tortura formulate dalla donna non sono state riconosciute dalle autorità elvetiche, anche se erano state autenticate con perizie basate sulle direttive del Protocollo di Istanbul.

Quest'ultimo, adottato dall'Onu nel 2000, è stato elaborato da medici, psicologi, avvocati e specialisti dei diritti umani. Definisce i principi da applicare alle inchieste sui sospetti di torture in modo da redigere rapporti affidabili.

Non si tratta di un trattato o una convenzione e non è quindi sottoposto a firma o ratifica da parte dei singoli Stati. Per essere applicato, deve però essere accettato tramite una dichiarazione del governo, una legge o un decreto. La Svizzera non lo ha riconosciuto.

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