La società per i popoli minacciati si rammarica sulla scelta del Governo. «La massima autorità spirituale del buddismo tibetano non è mai stato accolto ufficialmente. Basta aver paura della Cina»
GINEVRA - Tre consiglieri federali accoglieranno papa Francesco domani in occasione della sua visita a Ginevra, ma non sarà lo stesso per il Dalai Lama che verrà in Svizzera a settembre, si rammarica la Società per i popoli minacciati (SPM). La massima autorità spirituale del buddismo tibetano non è mai stata accolta ufficialmente in Svizzera.
«Il Consiglio federale non può continuare a evitare di riceverlo ufficialmente per timore di eventuali interventi politici da parte della Cina», afferma Angela Matti, responsabile per le campagne a favore delle minoranze e contro la discriminazione per la SPM, citata in un comunicato odierno. «Tanto più che il Dalai Lama è regolarmente ricevuto ufficialmente dai capi di Stato di altri Paesi come la Germania e gli Stati Uniti», aggiunge.
La SPM, in collaborazione con organizzazioni tibetane chiede quindi al Consiglio federale di prendere posizione. La Svizzera accoglie la più numerosa comunità tibetana d'Europa e il Dalai Lama è «il capo religioso di numerosi buddisti in Svizzera», sottolinea la SPM a sostegno della sua rivendicazione.
Una petizione, lanciata in marzo per chiedere che il Dalai Lama sia ricevuto ufficialmente e che i diritti fondamentali dei tibetani in Svizzera siano protetti, dovrebbe essere consegnata dalla SPM al Consiglio federale in autunno.