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SVIZZERA«Ho 17 anni e non ho mai baciato...», tutto quello che i "teen" chiedono al web

18.06.18 - 06:10
Anche per i giovani svizzeri fra i confidenti preferiti c'è Google. Al quale pongono anche domande decisamente intime. L'esperto: «Occhio, non siete anonimi»
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«Ho 17 anni e non ho mai baciato...», tutto quello che i "teen" chiedono al web
Anche per i giovani svizzeri fra i confidenti preferiti c'è Google. Al quale pongono anche domande decisamente intime. L'esperto: «Occhio, non siete anonimi»

ZURIGO/LUGANO - Spesso e volentieri strumento di ludibrio fra amici (per i risultati buffi che dà), il sistema di completamento automatico di Google può anche essere un buon indice delle preoccupazioni dei nostri adolescenti.

Al motore di ricerca, infatti, i nostri “teen” confidano tribolazioni e cercano soluzioni alle afflizioni più disparate. È questa la tesi del pedagogo dei media Beat Richert che ha fatto una ricerca estesa con le stringhe di ricerca «ho “X” anni» e vedendo cosa gli veniva proposto.

«Per evitare influenze esterne ho bloccato i cookies e delle mie ricerche precedenti, utilizzando Firefox in modalità privata», ha spiegato a 20 Minuten. Richert ha, ovviamente, digitato in tedesco ma – a dimostrazione che tutto il mondo, per così dire, è paese – i suoi risultati non sono molto dissimili se si prova a farlo in lingua italiana. Le domande poste alla “grande G” sono, come abbastanza prevedibile, quelle tipiche adolescenziali: dallo sviluppo fisico passando per le relazioni sentimentali e per la sessualità.

Tantissime sono di carattere femminile da «non ho il ciclo», passando per «sono grassa» e «non ho il seno» fino a  «sono incinta» (dai 15 anni in su). Per quanto riguarda i maschietti, invece, la preoccupazione pare essere... la barba, dai 17 anni in su, infatti, troviamo anche «non mi cresce la barba». Comune, invece, la componente affettiva «non ho un/a ragazza/o», «non ho mai baciato». Più si avvicinano i 20, poi, maggiori cominciano a essere le pressioni sociali: «posso lavorare?», «cerco lavoro», «non trovo lavoro» e «non so cosa fare nella vita». E si palesano anche i primi problemi legati alla salute mentale «sono depresso/a», «mi sento solo/a».

Certo, conferma anche Richert, non si tratta di una scienza esatta – chiunque potrebbe avere fatto quelle ricerche e non per forza di cose degli adolescenti – ma il fatto che vi siano similitudini e tendenze trasversali alle varie età, e pure alle lingue, è innegabile. «Una cosa che mi sorprende», spiega il pedagogo, «è che questi ragazzi e ragazze abbiano preferito il web piuttosto che confidarsi con qualcuno, che si tratti dei genitori, degli amici piuttosto che delle associazioni. In questo senso c'è ancora del lavoro da fare, a tutti i livelli».

«Perché Google? Perché è facile!» - Michael in Albon, responsabile della sezione Protezione dei giovani dai media di Swisscom mette in guardia dall'usare i motori di ricerca per trovare soluzioni ai propri problemi, soprattutto se intimi: «Anche se vi credete anonomi, non lo siete. Inoltre il risultato che vi viene posto non è per forza di cose il più appropriato ma semplicemente il migliore secondo i loro algoritmi».

Meglio rivolgersi ad altri enti di consulenza anonimi –  come l'147 di Pro Juventute o Infogiovani – che non solo impiegano personale davvero preparato ma possono affrontare al meglio  le particolarità di ogni situazione. «Come mai si preferisce Google?», continua Albon, «È molto più facile. È sempre lì, nello smartphone che tieni nella tasca dei tuoi pantaloni!». E per quanto riguarda il non voler parlare di certe cose con i genitori? «Penso sia normale, fa parte del processo di crescita».

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COMMENTI
 

Evry 5 anni fa su tio
Basterebbe smettere di comuicare con tutto il mondo sconosciuto.. e limitarsi alla cerchia dei propri amici esistenti e nuovi
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