La colletta nazionale lanciata dalla Catena della Solidarietà ha raccolto una bella somma. I fondi verranno usati per costruire latrine, garantire l'accesso all'acqua potabile e all'assistenza medica
BERNA - La Catena della Solidarietà ha raccolto ieri promesse di versamenti per oltre 3 milioni di franchi in occasione della colletta nazionale a favore dei profughi rohingya in Bangladesh, organizzata in collaborazione con la SSR.
Il presidente della Confederazione Alain Berset, che aveva visitato la regione in febbraio e aveva lanciato un appello alla solidarietà, ha risposto personalmente nel tardo pomeriggio ad alcune chiamate di donatori dalla centrale telefonica installata a Zurigo negli studi della televisione svizzerotedesca SRF.
Quasi 480 volontari si sono dati il cambio a Coira, Ginevra, Lugano e Zurigo dalle 6.00 del mattino a mezzanotte per raccogliere le promesse di doni.
I fondi raccolti permetteranno di finanziare i progetti più urgenti di otto organizzazioni presenti in loco: Caritas Svizzera, Aiuto della chiese evangeliche della svizzera, Helvetas, Medair, Fondazione Hirondelle, Save the Children, Croce rossa svizzera e Terre des Hommes.
La scorsa estate 780’000 rohingya sono stati costretti a fuggire dal Myanmar (Birmania) verso il Bangladesh. Nel campo profughi più grande del mondo, i rifugiati vivono in condizioni molto precarie. Le organizzazioni umanitarie partner sono impegnate sul posto per garantire l'accesso all'acqua potabile e all'assistenza medica, costruire latrine, creare luoghi sicuri per i bambine e distribuire materiale di costruzione.
Monsoni e cicloni mettono nuovamente a rischio le condizioni di vita dei profughi nel campo. Le piogge torrenziali trasformano il terreno in fango, facendo franare le case già precarie, le latrine verranno inondate e sradicate, causando così la fuoriuscita degli escrementi e la rapida propagazione di malattie ed epidemie nel campo profughi, spiega la Catena della Solidarietà. Per questo le associazioni umanitarie hanno bisogno di nuovi aiuti.