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BASILEA CAMPAGNAGià condannato per due omicidi uccide la ex, nuovo ergastolo

25.04.18 - 12:44
Il tribunale penale di Basilea Campagna ha condannato al carcere a vita e all'internamento un 63enne
Già condannato per due omicidi uccide la ex, nuovo ergastolo
Il tribunale penale di Basilea Campagna ha condannato al carcere a vita e all'internamento un 63enne

BASILEA - Il tribunale penale di Basilea Campagna ha condannato al carcere a vita e all'internamento un 63enne - già responsabile di un doppio omicidio, per cui aveva già subito l'ergastolo - che ha ucciso una donna 64enne con cui aveva da poco interrotto una relazione.

La donna venne assassinata a coltellate davanti alla sua abitazione di Frenkendorf (BL) intorno alle 21.30 del 12 novembre 2015. Il suo corpo senza vita venne trovato da alcuni passanti in un posteggio davanti alla casa plurifamiliare. La notte stessa fu arrestato l'allora 61enne, cittadino elvetico, che da allora si trova in carcere.

L'omicida ha agito in modo brutale, spietato e perfido, ha affermato il presidente del tribunale durante la lettura della sentenza al termine del processo svoltosi a Muttenz (BL) . Si è trattato di un "chiaro caso di assassinio".

L'uomo aveva aspettato che la vittima, quella sera di novembre, tornasse a casa. Il crimine era stato concepito al più tardi nel pomeriggio dello stesso giorno, quando l'omicida aveva comprato uno dei due coltelli usati per compiere il delitto. Sul posto aveva inoltre portato con sé fascette stringicavo e una scure.

Stando alla corte l'uomo ha agito "in modo egoistico e vendicativo". In precedenza aveva avuto una relazione con la vittima per diverse settimane, fino a quando a fine ottobre la donna si era separata da lui, perché si sentiva sotto pressione e controllata.

Dopo la fine della relazione l'uomo aveva però continuato ad interessarsi sistematicamente di quanto faceva l'ex compagna. Era giunto al delitto dopo aver saputo che la donna aveva più volte incontrato il marito, da cui viveva separata.

Durante il processo l'imputato non ha mostrato alcun rimorso, ha proseguito il presidente. Si è mostrato inoltre "straordinariamente privo di sentimenti". La sua descrizione di quanto successo presenta molte incongruenze: la corte non ha creduto alla perdita di controllo dopo che la vittima gridò, né che l'uomo avesse pianificato il suicidio volendo dapprima dire addio alla ex.

L'uomo è già un pluriomicida: nel 1994, allora quarantenne aveva ucciso ad Hägendorf (SO) la sua ex amica 27enne e il fratello della donna, 30enne, usando il suo fucile d'assalto. Alle 02.30 era entrato in casa della giovane, che lo aveva lasciato pochi giorni prima, sfondando una finestra. Aveva detto di aver agito senza premeditazione: voleva soltanto parlare con l'ex fidanzata e aveva preso l'arma per proteggersi da suo fratello. La tesi era però stata confutata da numerose testimonianze.

Per questo delitto venne condannato all'ergastolo. Nel 2011 venne però decretata la liberazione condizionale con un periodo di prova di cinque anni. Ancora prima della scadenza di questo periodo vi è stato il fatto di sangue di Frenkendorf.

Nel gennaio 2016, rispondendo a un interpellanza in parlamento il governo cantonale aveva affermato che la scarcerazione del pluriomicida era avvenuta in modo perfettamente regolare. Niente avrebbe potuto far pensare che l'uomo sarebbe tornato a uccidere. L'interessato era accompagnato dai servizi di assistenza, frequentava regolarmente le sedute con lo psicoterapeuta e si mostrava cooperativo.

Da notare che nel 2009 il cantone si era opposto alla liberazione condizionale. Il tribunale amministrativo aveva però parzialmente accolto un ricorso, imponendo un nuovo giudizio sul carcerato: sulla base di una nuova perizia la competente commissione aveva giudicato l'uomo non più pericoloso. Si erano così aperte le porte del penitenziario.

Porte che ora sono destinate a rimanere chiuse a lungo: poiché, secondo una perizia, non esiste attualmente una terapia utile per l'uomo, secondo il presidente della corte "non rimaneva altra scelta" che pronunciare - oltre al carcere a vita - la misura dell'internamento ordinario. In tal modo su un'eventuale liberazione condizionale dovrà pronunciarsi un tribunale e non, come nel primo caso, un'autorità di esecuzione delle pene.

Il tribunale ha assegnato un'indennità di torto morale di 30'000 franchi ciascuno al marito, al fratello e alla madre della vittima. L'imputato è stato riconosciuto colpevole, oltre che di assassinio, di appropriazione semplice per aver sottratto dopo il crimine il telefono cellulare della vittima.

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