La donna ha deciso di ricorrere a un metodo insolito per trovare un impiego alla sua età, nonostante il costo. Non è la prima volta che appaiono manifesti simili alla stazione
ZURIGO - Ritrovarsi a 48 anni senza un impiego è frustrante: si cercano annunci di lavoro, si inoltrano centinaia di candidature ogni mese, e-mail, curriculum. Spesso non si riceve neppure risposta, oppure si collezionano rifiuti e frasi come «terremo in considerazione la sua candidatura qualora si liberasse un posto nel nostro team».
Ne sa qualcosa Katrin B., impiegata di commercio diplomata, alla ricerca di un impiego da più di un anno. La donna ha deciso di ricorrere a un metodo “originale” come ultima speranza per farsi notare: il suo viso, insieme al curriculum vitae, compare su quattro manifesti formato XXL che resteranno affissi per una settimana presso la stazione centrale di Zurigo.
Un sacrificio che a Katrin B. è costato molto: «Ho dovuto trovare il coraggio per chiedere i soldi alla mia famiglia - ha spiegato a 20 Minuten -. È stato mio padre a prestarmi diverse centinaia di franchi per finanziare questa cosa».
Un’idea che ha già funzionato - L’idea è venuta per la prima volta lo scorso novembre a una 29enne impiegata di commercio che ha speso 1’000 franchi per tre manifesti. Per preservare la sua privacy aveva stilizzato una sua foto e l’aveva tagliata a metà, indicando un indirizzo e-mail appositamente creato per la “candidatura”. La ragazza aveva ricevuto «diverse offerte di lavoro»: «Spero che anche la mia azione coraggiosa porti i suoi frutti - ha detto Katrin B. -. Mi hanno già contattata due persone».
Curriculum «innovativo» - Jörg Buckmann, esperto di risorse umane, sostiene che una campagna di manifesti per trovare lavoro può essere molto fruttuosa: «È un’idea innovativa, che dimostra che la persona è creativa e pensa fuori dagli schemi. In ogni caso, la trovo una scelta molto coraggiosa».
Buckmann conferma che sta diventando sempre più difficile trovare lavoro per gli ultra-quarantenni: «Le aziende spesso cercano dipendenti più giovani, perché pensano che i ragazzi siano più “freschi” e veloci. Ma non è il giusto atteggiamento. Un dipendente più maturo che si unisce a una squadra di giovani potrebbe apportare molta esperienza all’ambiente di lavoro».