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GINEVRARimandata a casa dalla maternità, partorisce in taxi

26.03.18 - 14:52
Una donna di 33 anni ha dato alla luce il suo terzogenito nel tragitto tra casa e ospedale. «Non mi hanno ricoverato nonostante perdessi sangue e provassi un dolore tremendo»
Keystone
Rimandata a casa dalla maternità, partorisce in taxi
Una donna di 33 anni ha dato alla luce il suo terzogenito nel tragitto tra casa e ospedale. «Non mi hanno ricoverato nonostante perdessi sangue e provassi un dolore tremendo»

GINEVRA - Il parto era previsto per la settimana successiva. Per questo motivo una donna di 33 anni, domenica 11 marzo, è stata rimandata a casa dal reparto maternità dell’ospedale universitario di Ginevra (HUG). Ma appena tornata a casa ecco la sorpresa: alla donna si rompono improvvisamente le acque e partorisce nel taxi che la stava nuovamente accompagnando in ospedale.

La vicenda, raccontata dalla “Tribune de Genève”, era iniziata la notte precedente quando la 33enne inizia ad accusare i primi sintomi di malessere collegati all’imminente parto. Dopo aver chiamato l’ospedale, i dolori si intensificano e lei e suo marito si precipitano al reparto maternità, dove, però, le levatrici garantiscono alla coppia che il bimbo non sarebbe nato prima di una settimana. «Quando ho dato alla luce il mio primogenito all’ospedale Santa Cruz sono stata ricoverata per due giorni. Qui, nonostante perdessi sangue e provassi un dolore tremendo, mi hanno rimandata a casa», confida la madre al giornale ginevrino.

Poco dopo il ritorno a casa, alla 33enne si rompono le acque. Il piccolo Julien viene al mondo sul sedile posteriore del taxi poco prima di giungere in ospedale. Giunti all’HUG, la madre viene subito ricoverata per un’emorragia e per l’espulsione della placenta. Il bimbo, da parte sua, sta bene.

La madre deplora il comportamento dei dipendenti ospedalieri. «Non mi hanno dato alcun sostegno psicologico. Anzi. Tutti discutevano divertiti di quel bèbè nato sul taxi».

Nicolas De Saussure, il portavoce dell’istituto, assicura che «questi casi sono estremamente rari, soprattutto se la madre ha già contattato il reparto maternità». Se il travaglio non è ancora iniziato, una donna può essere rimandata a casa, ma solo con il suo consenso.

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