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BASILEA CITTÀInterruppe un controllo di polizia “razzista”, condannato

06.03.18 - 20:35
Il 56enne era intervenuto insieme alla moglie quando dei poliziotti avevano portato un africano in centrale. Per il giudice si trattava di un intervento privo di pregiudizi
20 Minuten
Interruppe un controllo di polizia “razzista”, condannato
Il 56enne era intervenuto insieme alla moglie quando dei poliziotti avevano portato un africano in centrale. Per il giudice si trattava di un intervento privo di pregiudizi

BASILEA - Aveva interrotto un controllo di polizia sospettando che fosse motivato da pregiudizi razziali. Il Tribunale penale di Basilea lo ha condannato oggi a una multa di 400 franchi per avere ostacolato un atto ufficiale.

Marc Oestreicher era intervenuto insieme alla moglie quando dei poliziotti avevano portato un africano in centrale, sostenendo che si trattasse di un pregiudizio legato al colore della pelle. Per il giudice, invece, si è trattato di un atto avvenuto all’interno della legalità. «Ovviamente non può essere eseguito in assenza di sospetti - ha spiegato -. Ma è sufficiente la convergenza di fattori quali tempo, luogo ed esperienza ».

Il verdetto, a cui hanno preso parte dozzine di attivisti, è stato accolto nell’aula con dei fischi, come riferisce 20 Minuten.

«Non ci sono prove» - Per il difensore del 56enne «non c’era nessun altro motivo se non la pelle nera dell’uomo» a giustificare il controllo. «Non sono state presentate altre prove», nonostante siano state richieste. «I funzionari di polizia non sono stati convocati in quanto non avrebbero saputo dare ulteriori spiegazioni».

L’avvocato di Oestreicher ha intenzione di presentare ricorso. In aula aveva anche portato un testo dell’ex comandante della polizia Markus Mohler che descrive come i pregiudizi inconsci possano influenzare l’azione delle persone: «non sempre sono evidenti, ma possono influenzare atteggiamenti discriminanti».

Oestreicher dice di essere diventato attivista proprio a causa di questo processo e ha apprezzato l'ampio sostegno ricevuto in aula. Uno degli attivisti ha ammesso: «Vengo controllato dalla polizia svizzera da quando avevo 19 anni. I pregiudizi verso la pelle nera non svaniscono mai».

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