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SAN GALLOPassaporto all'imam Alimi? Un cittadino si oppone

14.02.18 - 16:05
Il Parlamento sangallese si pronuncerà in una delle prossime sedute. Il 46enne albanese prese parte all'inaugurazione del tunnel di base del San Gottardo
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Passaporto all'imam Alimi? Un cittadino si oppone
Il Parlamento sangallese si pronuncerà in una delle prossime sedute. Il 46enne albanese prese parte all'inaugurazione del tunnel di base del San Gottardo

WIL - Vorrebbe farsi svizzero l'imam della moschea albanese di Wil, Bekim Alimi, assurto agli onori della cronaca il primo giugno 2016, in occasione dell'inaugurazione del tunnel di base del San Gottardo, da lui benedetto in una cerimonia interreligiosa. Un privato cittadino della località sangallese vi si oppone tuttavia, rimproverandogli contatti con predicatori radicali.

Sulla naturalizzazione si pronuncerà in una delle sue prossime sedute il parlamento cittadino, hanno indicato le autorità comunali, che hanno informato oggi sul caso.

Alimi, 45 anni, è macedone e vive a Wil dal 1998. In precedenza aveva studiato teologia e filosofia al Cairo. Nel 1999 è diventato imam della locale moschea albanese. Secondo quanto ha scritto la "Neue Zürcher Zeitung" in un articolo dedicatogli il 3 gennaio 2017, da allora si è fatto «un nome come ambasciatore di un islam moderato».

A metà 2015 Alimi ha presentato una richiesta di naturalizzazione per sé, la moglie e i due figli. Una persona si è opposta. La commissione ad hoc, sulla base delle informazioni della polizia cantonale, del servizio di intelligence della Confederazione SIC e della Segreteria di Stato della migrazione, ha accolto l'istanza nel settembre 2017. La persona contraria al conferimento della nazionalità ha tuttavia mantenuto la sua opposizione. Della faccenda dovrà ora occuparsi il Consiglio comunale. La moglie e i figli di Alimi, dal canto loro, sono già stati naturalizzati in una procedura separata.

Secondo la perizia della commissione di naturalizzazione, l'opposizione è stata motivata asserendo che Alimi mantiene contatti con un predicatore radicale e con un imam antisemita. Inoltre farebbe parte dei Fratelli musulmani in Svizzera e nel 2014 avrebbe predicato in una moschea in Macedonia diretta da un imam che è ritenuto un radicale.

Alimi respinge gli addebiti in una presa di posizione. Stando alla perizia della commissione, egli afferma che respinge il radicalismo in qualsiasi forma, che si distanzia da prediche dell'odio, appelli alla violenza e discriminazioni di qualsiasi genere e che respinge categoricamente le idee dei salafiti e anche quelle dei Fratelli musulmani.

Rimproveri simili a quelli ora menzionati erano già stati formulati contro Alimi nel 2016 quando - il primo giugno - l'imam di Wil aveva dato la sua benedizione, insieme a un prete cattolico, a una pastora e a un rabbino, alla nuova galleria di base del San Gottardo, in una cerimonia interreligiosa. Insieme al rabbino Marcel Yair Ebel, l'imam Alimi aveva pregato per la sicurezza dei viaggiatori e per una maggiore fraternità tra gli uomini.

Già allora le accuse erano infondate e la Confederazione lo aveva sostenuto, afferma Alimi. Di fronte alla commissione per le naturalizzazioni, l'imam ha anche fatto valere la sua attività quale mediatore tra le religioni e per l'integrazione dei giovani , nonché il suo impegno per una convivenza pacifica.

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