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ZURIGOAvenir Suisse: «Privatizzare per "curare" gli ospedali»

06.02.18 - 12:14
Nel 2015 la spesa per la sanità ha raggiunto 77,7 miliardi di franchi, l'equivalente di 782 franchi mensili pro capite
Keystone
Avenir Suisse: «Privatizzare per "curare" gli ospedali»
Nel 2015 la spesa per la sanità ha raggiunto 77,7 miliardi di franchi, l'equivalente di 782 franchi mensili pro capite

ZURIGO - Più trasparenza nel sistema di finanziamento, maggior coinvolgimento dei pazienti e abolizione delle liste ospedaliere cantonali: questa la cura proposta dal "think tank" liberale Avenir Suisse per ridurre i costi degli ospedali.

Nella sua ultima pubblicazione, la fabbrica di idee dell'economia svizzera propone una "terapia trifasica" che porterebbe in ultima analisi a una privatizzazione degli ospedali pubblici.

Il sistema sanitario svizzero - si legge in una nota di Avenir Suisse - è di ottimo livello, ma genera costi elevati. Nel 2015 la spesa ha raggiunto 77,7 miliardi di franchi, l'equivalente di 782 franchi mensili pro capite. Il 35% di tutti i costi sono legati agli ospedali.

L'introduzione nel 2012 del nuovo sistema di finanziamento ospedaliero ha rilanciato la concorrenza. I nosocomi sono remunerati con importi forfettari e i pazienti sono liberi di scegliere un ospedale in tutta la Svizzera, comprese anche molte cliniche private.

Questo sistema ha permesso di contenere in parte l'esplosione dei costi, ma non di ridurli. L'auspicata specializzazione degli ospedali in singoli campi non ha invece avuto luogo.

Avenir Suisse propone perciò una terapia a tre fasi per una politica ospedaliera sana. Occorrerebbe in primo luogo migliorare la trasparenza dei finanziamenti pubblici per le cosiddette prestazioni di interesse generale.

Nel 2015 i cantoni hanno stanziato un importo complessivo di 1,8 miliardi di franchi, seguendo tuttavia modalità in parte assai diverse. Nel canton Zugo sono stati ad esempio spesi 8 franchi pro capite e nel canton Ginevra 947 franchi. Per il "think tank" liberale, il processo di assegnazione dev'essere ripensato tramite bandi di concorso e con l'approvazione esplicita da parte dei rispettivi parlamenti cantonali.

La seconda fase della terapia prevede un coinvolgimento attivo dei pazienti, che devono poter avere più voce in capitolo. Gli assicurati potrebbero ad esempio venir sensibilizzati grazie a nuovi modelli assicurativi che prevedono una consulenza preoperatoria sui divari di qualità e di costi. Se scelgono un'offerta più vantaggiosa, ma equivalente dal punto di vista qualitativo, verrebbero ricompensati con un accredito o una riduzione dei premi.

Il terzo punto della cura consiste nell'abolizione delle liste ospedaliere cantonali. Queste verrebbero sostituite da standard di qualità validi su tutto il territorio nazionale regolati e controllati da un ente finanziariamente e politicamente indipendente.

Tutti gli ospedali che soddisfano tali criteri verrebbero legittimati a conteggiare le loro prestazioni alla cassa malattia e al cantone di residenza del paziente. La Confederazione non avrebbe più nulla da dire su dove e come dovrebbero essere gestiti gli ospedali. La competenza per l'approvvigionamento delle cure spetterebbe ai cantoni.

La maggiore trasparenza e l'accresciuta attenzione si costi da parte di pazienti renderebbe necessaria "in ultima analisi una privatizzazione dei nosocomi pubblici", scrive Avenir Suisse. Per potersi imporre in un contesto sempre più competitivo è necessaria una maggiore flessibilità imprenditoriale. Occorrerebbe inoltre "depoliticizzare gli organi di vigilanza e i consigli direttivi" degli ospedali. E permettere loro di "disporre liberamente del proprio portafoglio immobiliare e di definire autonomamente le sedi operative".
 
 

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