Se le compagnie guadagnano ancora bene con il roaming (anche se un po' meno che in passato) è anche grazie a un trucchetto. Ma c'è chi vuole abolirlo
ZURIGO - Telefonare quando ci si trova all'estero, scrivere Sms o navigare con un abbonamento svizzero – lo sappiamo bene – non è mai una buona idea se non si ha un'offerta ad hoc. Il rischio di pagare fatture notevoli a causa del roaming è infatti abbastanza elevato. Se all'interno dell'Ue queste tariffe transnazionali sono state abolite da noi si pagano ancora. Eccome.
Stando a un recente rapporto dell'Ufficio federale delle comunicazioni (Ufcom), anche grazie al fatto che chi va all'estero è attento e si premunisce più che in passato, i guadagni legati al roaming sono in calo. Si tratta sempre e comunque, dati del 2016, di cifre che si aggirano al mezzo miliardo di franchi fra chiamate, dati e messaggi.
«Dovremmo cercare di adeguarci anche noi», ha commentato all'Aargauer Zeitung la consigliera nazionale Ppd Elisabeth Schneider Schneiter, «almeno arrivare allo stesso livello».
Per questo motivo la basilese ha deciso di portare avanti un'iniziativa parlamentare che permetta al Consiglio federale di porre un limite massimo per l'uso (e quindi la fatturazione) delle reti estere. Inoltre, ai clienti dovrebbero essere addebitati solamente i servizi effettivamente utilizzati.
Questo perché, probabilmente non ne siete a conoscenza, quando si usufruisce del roaming per chiamare i minuti di conversazione sono spesso e volentieri arrotondati verso l'alto al minuto netto. Avete telefonato per quaranta secondi? Vi fatturano comunque un minuto.
Una minuzia? Non proprio, considerando le tariffe in vigore. E funziona in maniera simile anche riguardo ai dati. Un “ritocchino” – scrive l'Aargauer Zeitung – che, goccia a goccia, riempie una piscina di circa 120 milioni di franchi all'anno.