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Nuove foto shock di allevamenti di polli in territorio elvetico hanno allarmato gli attivisti per i diritti degli animali, che hanno mosso accuse contro cinque aziende
BERNA - Migliaia di polli ammassati l’uno accanto all’altro. E come se non bastasse, vicino alla mangiatoia, giace un volatile morto. Questo è il tenore delle immagini. Immagini di cinque allevamenti di polli del canton Berna, Vaud e Friburgo che l’organizzazione Tier im Fokus ha pubblicato di recente sul proprio portale (tier-im-fokus.ch). Il presidente Tobias Sennhauser si dice «scioccato». Si tratta di un inganno verso il consumatore, così come lo è l’etichetta BTS, i cui standard comprendono un alloggio dotato di luce naturale, un’area esterna e posti a sedere sopraelevati, che però, secondo Sennahuser, per il benessere degli animali non sono sufficienti.
Una base, questa, per poter procedere con una denuncia penale: «Le immagini mostrano polli malati e morenti che non ricevono le cure necessarie. Questa è pura crudeltà sugli animali», tuona Vanessa Gerritsen della fondazione Tier im Recht.
Secondo Tier in Focus, tre degli allevamenti sono aziende produttrici di Micarna. «Se gli animali non fossero tenuti secondo le regole, interverremmo contro i produttori», ha spiegato la portavoce di Micarna Deborah Rutz, la quale, nel contempo, afferma che è errato sostenere che gli standard BTS siano insufficienti. «Gli standard BTS sono stati messi a punto dalla Confederazione con veterinari e specialisti del settore».
Al di là degli sforzi perpetrati per il loro benessere, «in ogni allevamento alcuni animali muoiono», sostiene il veterinario cantonale Reto Wyss. Questo, per dire, che non bisognerebbe generalizzare: i fattori determinanti sono solo le circostanze e le responsabilità delle singole aziende.
