L'Associazione dei Comuni svizzeri intende agire e chiede maggior collaborazione dagli attori: «Permettere loro di praticare il proprio modo di vita è un compito che spetta a tutti. Anche allo Stato»
BERNA - In Svizzera le popolazioni nomadi, quali Sinti, Rom e Jenisch, hanno bisogno di un numero maggiore di aree di sosta e di transito. L'Associazione dei Comuni svizzeri (ACS) intende fare qualcosa in tal senso, ma chiede una migliore collaborazione di tutti gli attori.
Nonostante i diversi sforzi intrapresi, la vita dei nomadi rimane complicata, ha ricordato il presidente dell'ACS, il consigliere agli Stati Hannes Germann (UDC/SH), in occasione di un seminario tenutosi oggi a Berna. Il democentrista ha in particolare menzionato la carenza di aree ufficiali nonché i conflitti che sorgono quando tali popolazioni occupano senza autorizzazione terreni non previsti a questo scopo.
Se vi fosse un numero maggiore di aree di sosta e di transito con regole chiare, vi sarebbero anche meno conflitti tra nomadi, autorità comunali e popolazione locale, scrivono oggi in una nota congiunta l'ACS e la fondazione «Un futuro per i nomadi svizzeri».
I Comuni non dovrebbero essere i soli a mettere a disposizione queste aree. «Quello di permettere ai nomadi di praticare il loro modo di vita è un compito che spetta a tutti i livelli dello Stato», ha sottolineato Germann.
La fondazione «Un futuro per i nomadi svizzeri», coorganizzatrice del congresso, può fornire un aiuto prezioso per favorire la collaborazione tra Comuni e Cantoni. Nel discorso di apertura della giornata il presidente della fondazione, il consigliere di Stato bernese Christoph Neuhaus (UDC) ha pure invitato a una migliore cooperazione tra tutti gli attori.