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GRIGIONITutti contro il "protezionismo" di Trump

25.01.18 - 20:44
I principali partner europei - Merkel, Macron e Gentiloni - hanno fatto fronte comune contro le idee del presidente americano, che domani incontrerà anche il Consigliere federale Ignazio Cassis
Keystone
Tutti contro il "protezionismo" di Trump
I principali partner europei - Merkel, Macron e Gentiloni - hanno fatto fronte comune contro le idee del presidente americano, che domani incontrerà anche il Consigliere federale Ignazio Cassis

DAVOS - «Pace e prosperità»: Donald Trump si è presentato così oggi a Davos (GR), con questo messaggio ecumenico. Ma dietro le buone maniere, il presidente americano è sbarcato nel tempio del libero commercio mondiale per lanciare la sua offensiva protezionistica. Tanto per cominciare, portando in dote nuovi dazi ai prodotti che non sono made in Usa.

L'uomo più atteso al Forum economico mondialie (WEF) di quest'anno, il primo presidente americano in 18 anni, è sbarcato stamane nella località grigionese in elicottero, tra imponenti misure di sicurezza.

Domani parlerà alla platea dei big dell'economia, alfieri della globalizzazione. Con l'obiettivo di «convincere la gente a investire negli Stati Uniti», ha twittato lo stesso Trump prima di partire. Vendere il prodotto "America", quindi, e forse niente di più. Perché il tycoon ha fin qui dimostrato di essere allergico ai grandi accordi di libero scambio, che a suo dire indeboliscono l'economia a stelle e strisce e minacciano i posti di lavoro.

Per dimostrare che fa sul serio, Trump nei giorni scorsi ha imposto dazi all'import di pannelli solari e lavatrici. Ed ha annunciato una possibile stretta anche sulle importazioni di alluminio e acciaio. Il suo ministro del Commercio, Wilbur Ross, ha sottolineato la natura difensiva dell'intervento, per gestire «comportamenti inappropriati» di altri Paesi come la Cina, che starebbe facendo concorrenza sleale con i bassi costi di materiali e manodopera. Tanto che Pechino, forse accusando il colpo, oggi ha invocato la cooperazione come «unica direzione» dei rapporti commerciali con gli Usa. Sempre da Davos, anche il segretario al Tesoro Steven Mnuchin ha utilizzato toni più morbidi rispetto al suo presidente, spiegando che gli Usa «sono favorevoli al libero mercato», ma semplicemente stanno cercando di «proteggere gli interessi degli americani, come dovrebbero fare tutti i leader».

Resta il fatto che Trump ha ritirato gli Stati Uniti dall'accordo commerciale con i Paesi asiatici, ha chiesto modifiche a quello con Messico e Canada ed ha abbandonato l'idea di un trattato transatlantico con l'Europa. Il tycoon, ricorda Ross, preferisce gli accordi bilaterali, «più veloci». A Davos, ad esempio, ha strizzato l'occhio alla premier britannica Theresa May. Evocando, durante un faccia a faccia, un trattato Washington-Londra che farebbe crescere gli scambi in modo «enorme». Poco dopo l'incontro Downing Street ha annunciato una visita del leader americano nel Regno «nei prossimi mesi», senza però precisare una data.

Tutto è pronto, quindi, per il discorso del presidente, nel primo pomeriggio di domani. I principali partner europei e non solo, dalla cancelliera tedesca Angela Merkel al presidente francese Emmanuel Macron, dal premier indiano Narendra Modi a quello italiano Paolo Gentiloni, si sono già espressi, facendo fronte comune contro Trump il protezionista. Gentiloni ancora oggi ha ribadito che il suo paese vuole un mondo in cui la «cooperazione è una componente fondamentale delle relazioni internazionali» e «non un ritorno di protezionismi e chiusure nelle singole frontiere».

Ora resta da vedere quanto sarà convincente lo "special guest" di Davos, che certamente farà un ritratto di un Paese che scoppia di salute dopo il suo primo anno alla Casa Bianca, culminato con il taglio delle tasse e il boom di Wall Street. Stasera, c'è stata un'anteprima a cena con i grandi manager europei (industria, farmaceutica, energia, servizi finanziari, tecnologia, cibo).

Nella sua prima giornata svizzera Trump ha incontrato anche il premier israeliano Benyamin Netanyahu. Avvertendo i palestinesi che non riavranno i fondi americani se non torneranno al tavolo dei negoziati con Israele. Allo stesso tempo, ha puntualizzato che anche gli israeliani dovranno fare delle concessioni, come prezzo per aver ottenuto il riconoscimento di Gerusalemme come capitale. Tra gli altri bilaterali, quello con il presidente della Confederazione Alain Berset. In programma c'era anche un faccia a faccia con il presidente ruandese Paul Kagame. Poco tempo dopo l'imbarazzante uscita del tycoon sui paesi africani, liquidati come "shitholes".

Tra gli altri bilaterali domani è in programma un breve incontro con il presidente della Confederazione Alain Berset, il ministro dell'economia Johann Schneider-Ammann e il consigliere federale ticinese Ignazio Cassis.

A cena con 15 leader delle aziende europee - La Casa Bianca ha diffuso la lista dei ceo europei con cui cena stasera con il presidente americano Donald Trump, insieme al capo della diplomazia Rex Tillerson, il segretario per la sicurezza nazionale Kirstjen Nielson, il consigliere per la sicurezza nazionale H.R. McMaster, e il consigliere economico Gary Cohn. Tra i partecipanti figurano Kasper Rorsted (Adidas) Joe Kaeser (Siemens), Heinrich Hiesinger (Thyssenkrupp) Eldar Saetre (Statoil), Patrick Pouyanne (Total), Mark Schneider (Nestle) Vas Narasimhan (Novartis), Mark Tucker (HSBC). Nella lista ci sono anche Carols Brito (Anheuser-Busch InBev NV) Rajeev Suri (Nokia), Punit Renjen (Deloitte), Martian Lundstedt (Volvo), Werner Baumann (Bayer). Completano l'elenco Bill McDermott (SAP) e Ulrich Spiesshofer (ABB).

«Potrei rivalutare il Ttp» - «Tornerei a valutare» la Trans-Pacific Partnership se gli Stati Uniti ottenessero «un accordo decisamente migliore» di quello che era sul tavolo. Lo afferma il presidente americano Donald Trump in un'intervista alla Cnbc dalla località grigionese di Davos. Trump ha abbandonato le trattative per l'accordo di libero scambio con i paesi dell'Asia-Pacifico in gennaio. Trump ribadisce nell'intervista di «preferire gli accordi bilaterali perché se c'è' un problema» si può mettere fine all'intesa: con gli accordi multilaterali non c'è la stessa opzione. Il presidente americano torna anche a parlare del Nafta: «Potrei mettere fine all'intesa» se gli Stati Uniti non spunteranno un accordo migliore durante le trattative in corso.
 
 


 
 

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COMMENTI
 

Bandito976 6 anni fa su tio
Trump sará anche antipatico agli occhi del mondo, peró sta facendo qualcosa per il bene del suo paese e la gente che ci vive. Che prendano esempio in quel di Berna, al posto di preoccuparsi degli altri calando continuamente le braghe ogni pet che fa l'UE

lo spiaggiato 6 anni fa su tio
Ignazio pensaci tu... :-)))

Fran 6 anni fa su tio
Cassis da buon arrivista farà il lecchina.

comp61 6 anni fa su tio
Risposta a Fran
cosa dovrebbe fare? il duro con bello capello???

Um999 6 anni fa su tio
Tutti contro il protezionismo!!! Se non ti abbassi i pantaloni e non ti metti a novanta .... non sei bene accetto, sei razzista, non sei di ampie vedute etc. etc., praticamente da eliminare dalla terra. Boh sempre più sconvolto, e noto che i media sono di un falso ipocrita da rabbrividire.

Gio65 6 anni fa su tio
Personalmente non me ne frega niente di lui e del WEF...sarei curioso di sapere come sono arrivati qui i black hawx e l'elicottero presidenziale...credo da qualche base americana europea vero?

tya 6 anni fa su tio
Risposta a Gio65
no, sono arrivati con un C-5 Galaxy molto probabilmente

Lokal1 6 anni fa su tio
Risposta a Gio65
Esatto sono arrivati in aereo a zurigo

F.Netri 6 anni fa su tio
Risposta a Gio65
E se anche fosse? A te, che te ne frega?

comp61 6 anni fa su tio
per una che fa giusta...
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