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GRIGIONIWEF all'Ue: investire nella sicurezza e nelle conoscenze

19.01.18 - 18:07
Se ne discuterà nei corso dei lavori al WEF, fra lunedì e venerdì
Keystone
WEF all'Ue: investire nella sicurezza e nelle conoscenze
Se ne discuterà nei corso dei lavori al WEF, fra lunedì e venerdì

DAVOS - Più sicurezza, creando una forza europea di difesa dei confini e rafforzando la collaborazione per le città. E diritti universali alla conoscenza, per creare "competenze creative, imprenditoriali e tecnologiche per la Quarta rivoluzione industriale".

È la ricetta suggerita all'Europa dal Forum economico mondiale (WEF), delineata in un rapporto, New Concept for Europe, che gli esperti che la prossima settimana si riuniranno a Davos (GR) hanno preparato dopo una consultazione di sei mesi con leader d'impresa, governi, accademici e società civile per «Europa più forte, moderna e flessibile».

Se ne discuterà nei corso dei lavori al WEF, fra lunedì e venerdì. «Una delle principali conclusioni dello studio - si legge in una nota - è che gli europei, specie i giovani, credono che una serie di valori europei basati su inclusione ed eguaglianza, apertura e diversità, democrazia e crescita sostenibile siano sempre più minacciati».

Per difenderli, lo studio propone una serie di interventi, che vanno ad incidere su politiche dove gran parte degli europei «dicono di volere un maggiore intervento dell'Ue»: un «diritto universale alla conoscenza» sotto forma di un «grande sforzo di formazione e creazione di nuove competenze». Città più sicure, «rafforzando la diplomazia fra le municipalità attraverso una rete contro terrorismo, crimine, violenza». Una forza di sicurezza europea rafforzando la difesa nazionale ma creando nuovi ruoli comunitari come guardia costiera e forze di difesa dei confini. Una "identità digitale comune per i rifugiati e i richiedenti asilo" per gestire meglio i flussi e l'integrazione dei migranti. E altri interventi come la maggiore accessibilità ai dati energetici, l'obiettivo di portare il settore edilizio verso le emissioni zero nel 2030 e il voto a 16 anni, sulla base delle esperienze positive di Scozia e Austria.
 
 

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