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BERNAIniziativa anti-burqa, al Consiglio federale non piace

20.12.17 - 15:30
Per il Governo i Cantoni devono poter decidere in materia in modo autonomo
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Iniziativa anti-burqa, al Consiglio federale non piace
Per il Governo i Cantoni devono poter decidere in materia in modo autonomo

BERNA - L'iniziativa popolare "Sì al divieto di dissimulare il proprio viso" non piace al Consiglio federale, che si è espresso oggi contro il testo. I Cantoni devono poter decidere autonomamente in materia, ha affermato in una conferenza stampa a Berna la responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) Simonetta Sommaruga, annunciando però la volontà di presentare un controprogetto.

L'iniziativa, depositata lo scorso 15 settembre con 105'553 firme valide a corredo, non menziona direttamente il burqa, il niqab o altri veli islamici, ma chiede che su tutto il territorio nazionale non si possa più dissimulare il proprio volto nei luoghi pubblici. Eccezioni sono possibili soltanto per motivi inerenti alla sicurezza, alla salute, alle condizioni climatiche e alle usanze locali.

Attualmente, Zurigo, Soletta, Svitto, Basilea Città e Glarona hanno respinto questo divieto, mentre il Ticino, così come il parlamento sangallese, lo hanno approvato, ha ricordato Sommaruga.

A suo avviso, «l'iniziativa non è la risposta giusta». Una soluzione uniforme in tutta la Confederazione è da respingere, in quanto la tradizione elvetica secondo cui spetta ai Cantoni regolare lo spazio pubblico deve restare invariata, ha sottolineato la ministra. La decisione in merito all'eventuale emanazione di un veto va dunque lasciata a loro.

I Cantoni devono in particolare poter continuare a disciplinare l'approccio nei confronti delle turiste provenienti dal mondo arabo, che costituiscono buona parte delle persone di sesso femminile velate in territorio elvetico, insieme a chi si converte all'Islam. Non vi sono cifre per quantificare il fenomeno in Svizzera, ha specificato Sommaruga.

Il tema solleva comunque interrogativi complessi, ha ammesso la responsabile del DFGP. Da un lato vi è la volontà di conservare la ripartizione federalistica delle competenze, dall'altro "l'irritazione" quando una donna è messa sotto pressione o perfino costretta a indossare un burqa o un capo d'abbigliamento affine.

Il governo è consapevole che la dissimulazione del viso può comportare problemi, ha aggiunto Sommaruga. Pertanto, intende contrapporre all'iniziativa un controprogetto indiretto in grado di agire in modo mirato e puntuale a livello legislativo. Il DFGP è stato incaricato dall'esecutivo di elaborare entro fine giugno del 2018 un pertinente progetto preliminare da porre in consultazione.

Il Consiglio federale vuole inoltre sancire esplicitamente tramite una norma penale speciale che obbligare una persona a coprirsi il viso è punibile e che nessuna coercizione nei confronti delle donne è tollerata. Stando a Sommaruga non vi sono dubbi che «quando si supera questo confine» la legge deve intervenire.

Inoltre, l'esecutivo mira in futuro a introdurre limiti nei contatti con le autorità federali, ad esempio con quelle preposte alla migrazione e al mercato del lavoro. Questi devono avvenire a volto scoperto per permettere l'identificazione della persona e instaurare fiducia. Non è al momento ancora stato definito a quali ambiti ciò sarà applicato e se per esempio varrà anche sui treni o agli sportelli della Posta. Sicuramente non vi saranno distinzioni di genere, ha precisato la consigliera federale.

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