Le FFS hanno presentato alla stampa il primo treno a due piani che accelera e frena in modo autonomo. Il Ceo Andreas Meyer ne è entusiasta, i macchinisti un po’ meno
BERNA - Ieri notte le FFS hanno testato per la prima volta un treno che si muove da solo, senza macchinista. Sulla tratta fra Berna e Olten, il convoglio a due piani della compagnia Stadler Rail ha viaggiato fino a 160 km/h, accelerando e frenando autonomamente. Il macchinista presente si occupava infatti solo del buon funzionamento del sistema. La tecnologia è stata sviluppata negli ultimi anni grazie a una collaborazione fra FFS e Stadler Rail.
«Abbiamo bisogno dell’automazione per mantenere forte la ferrovia», ha detto il Ceo delle FFS Andreas Meyer. L’automazione permetterebbe infatti di avere fino al 30% in più di treni in circolazione. «Con più treni sui binari avremmo la possibilità di ridurre i costi totali - continua Meyer - e questo permetterebbe un uso più efficiente del denaro pubblico ma anche dei prezzi dei biglietti più bassi».
Il funzionamento - Il treno si basa sullo standard di sicurezza europeo ETCS. La centrale di controllo trasmette al treno dati come ad esempio la velocità massima consentita o quella ottimale per far sì che il treno debba frenare il meno possibile e quindi essere il più efficiente possibile sul piano energetico.
Anche per il costruttore ferroviario turgoviese Stadler Rail il treno a guida autonoma è una novità. Il numero uno Peter Stuhler spiega che con questo passo la sua azienda intende distinguersi dalla concorrenza. Questo anche perché negli ultimi tempi diverse società hanno unite le forze per dominare sempre di più il mercato.
Che ne sarà del macchinista? - «Il macchinista non diventerà comunque superfluo», promette ancora Andreas Meyer. «La ferrovia ha bisogno di personale tecnicamente competente sui treni». Inoltre non crede che i clienti si sentiranno a disagio senza un macchinista ai comandi del convoglio.
Il sindacato svizzero dei macchinisti e aspiranti (VSLF) è però meno entusiasta. Il presidente Hubert Giger afferma che l’associazione sta seguendo da vicino il progetto. Se i sistemi d’assistenza hanno un senso e portano vantaggi economici, e sono dunque visti di buon occhio dalla VSLF, lo stesso non è per il progetto dei treni autonomi, tanto più che il sindacato non è stato interpellato durante questa fase di test: «Abbiamo riscontrato scarso interesse da parte delle FFS nel dialogare con noi e ne siamo dispiaciuti».