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BERNA«Mi auguro che la guardia di confine diventi una persona buona»

20.11.17 - 09:31
Nel 2014 Suha, al 7° mese di gravidanza, perdeva la sua bambina mentre veniva rinviata in Italia. Mercoledì l'agente allora responsabile va a processo
«Mi auguro che la guardia di confine diventi una persona buona»
Nel 2014 Suha, al 7° mese di gravidanza, perdeva la sua bambina mentre veniva rinviata in Italia. Mercoledì l'agente allora responsabile va a processo

BERNA - Quando la figlia di 7 anni Malak chiede loro quando tornerà la sua sorellina, Omar e Suha Alhussein J.* le rispondono: «Magari il buon Dio ci fa un regalo e torna». I due profughi siriani avrebbero chiamato la piccola Sara, ma l’hanno persa tre anni fa mentre venivano rinviati dalla Svizzera all'Italia.

Era il 4 luglio del 2014 quando il Corpo delle guardie di confine ha respinto Suha, incinta di 7 mesi, il marito e i loro tre figli portandoli da Vallorbe (VD) a Domodossola, in Italia, passando per Briga. La famiglia arrivava da Milano e voleva proseguire, priva di visti, verso Parigi per poi raggiungere la Germania. Mentre dalla Svizzera veniva riportata in Italia, Suha è stata vittima di una forte e improvvisa emorragia. Arrivata a Domodossola, l’allora 22enne è collassata e ha dato alla luce una bambina nata morta in ospedale.

La famiglia accusa le Guardie di confine di aver negato alla donna l’assistenza medica durante il suo rinvio. Nel maggio scorso la giustizia militare ha incriminato il capo squadra delle Guardie di confine allora responsabile.

Mercoledì ha inizio il dibattimento al Tribunale militare di Berna. Anche Omar e Suha saranno presenti: «Mi auguro che la guardia di confine impari qualcosa dalle sue azioni e diventi una persona buona», afferma Suha. Da quel tragico episodio la donna lamenta problemi psichici e perde molti capelli: «Vorremmo sapere perché la guardia di confine abbia reagito nel modo sbagliato», spiega. Il dolore per la perdita della sua bambina mai nata, ci dice, non lo supererà mai: «Mi mancherà anche fra 100 anni», confessa.

L'accusa - Il capo squadra in servizio quel 4 luglio del 2014 è accusato di omissione di soccorso, esposizione a pericolo della vita altrui e mancata osservanza delle prescrizioni di servizio. L'accusa chiede l'omicidio volontario, rispettivamente tentato omicidio. La scelta dipenderà da quando si considererà inizi la vita di un bambino non nato e quando sia sopraggiunta la sua morte.

*Nome noto alla redazione

 

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