Cerca e trova immobili

SVIZZERAUtilizzò informazioni insider per arricchirsi, richiesti 14 mesi

06.11.17 - 19:55
Un 53enne gestore di patrimoni zurighese è a processo davanti al Tribunale federale per aver guadagnato due milioni sfruttando informazioni confidenziali sulla fusione tra Holcim e Lafarge
Tipress
Utilizzò informazioni insider per arricchirsi, richiesti 14 mesi
Un 53enne gestore di patrimoni zurighese è a processo davanti al Tribunale federale per aver guadagnato due milioni sfruttando informazioni confidenziali sulla fusione tra Holcim e Lafarge

BELLINZONA - Il pubblico ministero ha chiesto oggi al Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona una pena detentiva di 14 mesi con la condizionale per un 53enne gestore di patrimoni zurighese. La difesa vuole l'assoluzione. L'uomo è accusato di aver guadagnato 2 milioni di franchi utilizzando informazioni insider, in particolare in rapporto alla fusione tra i due giganti del cemento Holcim e Lafarge.

La somma in questione sarebbe stata ripartita tra l'imputato, la sua compagna e tre suoi clienti, secondo l'atto d'accusa della Procura federale. L'uomo non ha rilasciato dichiarazioni oggi in aula al processo davanti alla Corte penale del TPF a giudice unico, avvalendosi del suo diritto di non rispondere.

La Procura federale accusa l'imputato, di nazionalità svizzera, di sfruttamento della conoscenza di fatti confidenziali, ossia di operazioni insider. Tra il febbraio del 2013 e l'aprile del 2014 (quando era emerso il progetto di megafusione tra il gruppo svizzero Holcim e quello francese Lafarge) avrebbe ottenuto a più riprese informazioni privilegiate da un "insider primario", non identificato. Le avrebbe poi sfruttate ottenendo per sé e per terzi un vantaggio patrimoniale indebito complessivo di circa due milioni di franchi. Per il pubblico ministero è chiaro che gli investimenti fatti in azioni e derivati non si basavano soltanto su informazioni normalmente accessibili.

Durante l'inchiesta penale sono stati posti sotto sorveglianza i telefoni cellulari e i conti email dell'imputato e della sua compagna.

L'avvocato difensore ha chiesto l'assoluzione poiché il Ministero pubblico non ha presentato prove che il suo mandante abbia ricevuto e utilizzato informazioni da un "insider primario". L'esistenza di una tale fonte interna è mera speculazione, ha aggiunto.

La sentenza verrà annunciata in un secondo momento, attualmente non ancora noto.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE