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VALLESEL'ombra dei costi oscura il "sogno olimpico"

22.10.17 - 14:17
Grande scetticismo tra i deputati. A fari discutere è in particolare il budget per la sicurezza, ritenuto «irrealisticamente basso»
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L'ombra dei costi oscura il "sogno olimpico"
Grande scetticismo tra i deputati. A fari discutere è in particolare il budget per la sicurezza, ritenuto «irrealisticamente basso»

SION - La paura di costi supplementari getta un'ombra sul sogno dei Giochi olimpici invernali 2026 in Svizzera: in particolare viene considerato irrealisticamente basso il budget per la sicurezza. Anche molti deputati che siedono alle Camere federali esprimono scetticismo.

In un sondaggio condotto presso tutti i parlamentari e pubblicato oggi dalla "SonntagsZeitung", 43 deputati sugli 80 che hanno risposto hanno detto "no" ai piani del consigliere federale e ministro dello sport Guy Parmelin. Solo 21 di essi si sono espressi a favore.

I contrari provengono prevalentemente dalle fila del PS, dei Verdi e dell'UDC: ciò fa ritenere un'ampia maggioranza di oppositori nei confronti dell'intenzione di sostenere "Sion 2026" con un miliardo di franchi più prestazioni di sicurezza per ulteriori 300 milioni.

Il motivo principale è la paura di costi aggiuntivi imprevisti. "I Giochi lasceranno debiti che dovranno essere coperti dalla popolazione", afferma il consigliere nazionale Jean-Luc Addor (UDC/VS).

In particolare viene messo in dubbio che l'importo previsto per la sicurezza sia sufficiente. Per l'ex presidente della direzione delle FFS Benedikt Weibel, delegato del Consiglio federale per i campionati europei di calcio del 2008, "le esperienze raccolte durante EURO 2008 e gli esempi di altri Giochi invernali dimostrano chiaramente che 300 milioni sono una stima assolutamente irrealistica e decisamente troppo bassa".

A Vancouver, paragonabile con Sion, per i Giochi del 2010 erano previsti 200 milioni di franchi e alla fine - a seconda della lettura - i costi hanno raggiunto tra i 600 milioni e il miliardo, spiega Weibel, secondo cui sarà la stessa cosa per Sion.

Un altro tema è la garanzia del deficit d'esercizio da parte della Confederazione, che secondo quanto indicato mercoledì da Parmelin ammonterà al massimo a 827 milioni di franchi. Il Consiglio federale ha incaricato il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) di chiarire come possa essere assicurata la limitazione della garanzia.

Ma a certi contrari ciò non basta. Secondo quanto riferisce il domenicale, il consigliere nazionale bernese e capogruppo democentrista alle Camere Adrian Amstutz chiede garanzie di presa a carico al Comitato olimpico internazionale (CIO). Altrimenti i costi supplementari potrebbero ricadere sui contribuenti.

Di altro avviso il vicepresidente del comitato organizzatore di "Sion 2026" nonché consigliere agli Stati Hans Stöckli (PS/BE), secondo cui è previsto un tetto massimo alla garanzia del deficit, inoltre a Sochi e Vancouver sono sfuggiti di mano i costi per le infrastrutture e non quelli del preventivo d'esercizio.

Eppoi "con il nostro piano di ricorrere agli impianti esistenti non dovrebbero sorgere grandi problemi", sostiene ancora Stöckli. Egli si dice fiducioso che il CIO possa ancora aumentare il suo contributo. Solo una votazione popolare potrebbe rappresentare un ostacolo: secondo il bernese essa si terrebbe soltanto nell'estate 2019 e ciò sarebbe troppo tardi per una candidatura per i Giochi del 2026. Tuttavia non sembra che si arriverà alle urne: mercoledì Parmelin ha indicato che a livello federale non esiste un referendum finanziario.

Affinché il progetto si concretizzi è però necessario il sostegno della popolazione dei Cantoni e Comuni coinvolti. È chiaro che se la popolazione di Sion o del Canton Vallese dovesse, in caso di un eventuale referendum, esprimersi negativamente, "l'intera candidatura diverrebbe caduca", ha sostenuto Parmelin. Se "Sion 2026" venisse bocciato in un altro cantone si potrebbero valutare luoghi alternativi per ospitare i Giochi.

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