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BERNALa sorveglianza degli 007 "affidata" ad un'unica persona

06.09.17 - 16:41
L’assenso del Tribunale amministrativo federale, necessario per utilizzare le nuove misure, sarà deciso dalla giudice unica Salome Zimmermann
archivio keystone
La sorveglianza degli 007 "affidata" ad un'unica persona
L’assenso del Tribunale amministrativo federale, necessario per utilizzare le nuove misure, sarà deciso dalla giudice unica Salome Zimmermann

BERNA - Dall'inizio del mese è in vigore la nuova legge sui servizi segreti, che offre agli 007 svizzeri un nuovo arsenale di misure contro il terrorismo. Per utilizzarle occorre però l'assenso del Tribunale amministrativo federale (TAF) e la competenza incombe ad una sola persona. Le sue decisioni rimarranno segrete.

La nuova legge federale sulle attività informative (LAIn), accolta in votazione popolare lo scorso 25 settembre, prevede tra l'altro che l'intelligence elvetica possa - in casi gravi e sempre previa approvazione - effettuare intercettazioni telefoniche, sorvegliare computer o tenere sotto controllo attività effettuate tramite Internet. È anche possibile osservare eventi in luoghi privati, se necessario installando microfoni. Tali operazioni si possono realizzare solo nei confronti di una persona implicata in questioni che riguardano il terrorismo, lo spionaggio e i mezzi di distruzione di massa. In tutti gli altri casi non è possibile.

Per compiere operazioni del genere il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) ha però bisogno del nullaosta da parte del ministero della Difesa e del TAF. Presso questo tribunale con sede a San Gallo, la decisione spetta alla giudice unica Salome Zimmermann, poiché la legge prevede che ad occuparsi delle esigenze legali delle richieste dei servizi segreti sia il o la presidente della Corte I, competente per le cause di responsabilità dello Stato, del personale federale e della protezione dati.

«Una grande responsabilità» - In un'intervista ai quotidiani "Tages-Anzeiger" e "Bund", Salome Zimmermann sottolinea che «si tratta di una grande responsabilità», ma che non sarà veramente sola ad espletare la funzione. La giudice federale, del PS, è infatti accompagnata da un supplente, membro del PLR. «Ci divideremo più o meno a metà l'esame dei casi del SIC e discuteremo regolarmente assieme sulle decisioni», precisa.

Inoltre - aggiunge - tocca al ministro della Difesa rilasciare le misure sorveglianza, dopo essersi consultato con i responsabili di Esteri e Giustizia. Il controllo politico spetta quindi al Consiglio federale, mentre al TAF quello giuridico. La giudice unica ritiene che il nullaosta alle operazioni di sorveglianza degli 007 deve basarsi sul principio di «quanto necessario ma il meno possibile».

«Io - nota Salome Zimmermann - sono chiamata in causa perché la persona spiata non ne sa nulla. Il mio compito è di tutelare gli interessi di entrambe le parti. Sono cosciente che c'è in discussione un intervento pesante nei diritti della personalità. Bisogna quindi effettuare una scrupolosa analisi di valutazione».

Quanto uso farà il SIC delle nuove possibilità offertegli non sarà reso noto pubblicamente dal TAF. «Tutto quello che noi riceviamo dall'intelligence è segreto», sottolinea la giudice.

«Una decina di casi all'anno» - Prima della votazione sulla LAIn, il consigliere federale Ueli Maurer ha ripetutamente assicurato che il ricorso al nuovo potere di sorveglianza rafforzato potrebbe essere sfruttato «in una decina di casi all'anno».

Il numero di benestare e di rifiuti da parte del TAF sarà comunicato solo in un rapporto top secret esclusivamente alla Delegazione delle commissioni della gestione (DelCDG) del parlamento. Spetterà poi a quest'ultima istanza politica decidere se vuole rendere qualcosa di dominio pubblico o eventualmente lanciare un allarme.

D'altro canto, il SIC al termine di una delle sue operazioni deve avvertire la persona che è stata sottoposta a spionaggio sui motivi, il tipo e la durata della sorveglianza. In seguito la persona in questione può inoltrare un reclamo, fino al Tribunale federale (TF), per stabilire se la sorveglianza sia stata lecita o meno. Nell'ultimo caso lo Stato deve rispondere per l'infrazione.

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