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ZURIGOHa appena trovato un impiego, ma dovrà lasciare la Svizzera

31.08.17 - 09:36
La 17enne dovrà fare ritorno in Montenegro assieme alla madre che ha abusato dell'assistenza sociale
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Ha appena trovato un impiego, ma dovrà lasciare la Svizzera
La 17enne dovrà fare ritorno in Montenegro assieme alla madre che ha abusato dell'assistenza sociale

WINTERTHUR - Dzejla Ledinic era giunta in Svizzera quando aveva solamente 3 anni. La 17enne ha frequentato l’asilo a Winterthur, le scuole dell’obbligo e il cosiddetto decimo anno scolastico, seguito da un anno di internship come insegnante. All’inizio del mese di agosto la giovane ha iniziato a svolgere la pratica professionale, ma il suo percorso potrebbe concludersi anzitempo: Dzejla infatti dovrà lasciare la Svizzera assieme alla propria madre entro la fine di settembre.

La madre di Dzejla arrivò dal Montenegro in Svizzera, assieme alla figlia, nel 2003, sposandosi con un cittadino elvetico. In seguito al divorzio l’uomo non versò mai gli alimenti alla ex moglie, rivela la giovane. Nonostante un lavoro saltuario come donna delle pulizie, la famiglia ha sempre dipeso dall’assistenza sociale. E proprio questo, riferisce Dzejla, è il motivo per cui le due dovranno fare ritorno al paese d’origine.

«È inaccettabile» - Una decisione che la 17enne ha definito incomprensibile. «Fra nove mesi sarò maggiorenne e a quel punto sarei potuta restare in Svizzera. Secondo l’ufficio della migrazione però il mio caso non rientra nell’applicazione della clausola di salvaguardia». «I miei colleghi, la mia famiglia, sono tutti i qui, in Svizzera». Per la giovane il Montenegro è a tutti gli effetti un «paese straniero», il cui unico legame è rappresentato da una zia.

Per evitarle di lasciare la Svizzera, sia una zia sia un’amica della madre si sono offerte di ospitare la giovane. Una possibilità contro la quale le autorità si sono però opposte. «Trovo sia inaccettabile. io sono molto ben integrata in Svizzera e non ho alcun precedente penale. E inoltre sto imparando una professione socialmente utile», ha spiegato Dzejla, che non intende arrendersi.

La revoca del permesso - Il responsabile dell’ufficio immigrazione non ha voluto commentare la vicenda, precisando che tutto dipende dalla regolamentazione dell’aiuto sociale. Un permesso di soggiorno può essere revocato al diretto interessato - e alle persone di cui esso è responsabile - se questo dipende dall’aiuto sociale in modo permanente e in misura sostanziale. Questo non vale per gli stranieri che risiedono sul suolo elvetico da oltre 15 anni. Dzejla e sua madre però vivono in Svizzera solo da 14 anni.

Secondo le direttive, la revoca del permesso è possibile se un soggetto riceve più di 80mila franchi in un periodo di 2-3 anni. La madre di Dzejla, secondo la 17enne, avrebbe ricevuto nel corso degli anni oltre 90mila franchi.

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