Un’associazione vuole fondare un luogo di culto in cui le donne e gli omosessuali siano i benvenuti. Ecco cosa ne pensano le organizzazioni islamiche
ZURIGO - Come riporta il quotidiano Landbote, c’è un’associazione in Svizzera che sta pensando di fondare una moschea progressista che sia aperta a tutti: ai sunniti e ai sciiti, alle donne e agli uomini, agli eterosessuali così come agli omosessuali. Nel nuovo luogo di culto la lingua della preghiera e della comunicazione sarà il tedesco.
Dietro il progetto c’è un gruppo di quindici persone che si definiscono “Gottergebene” nella lingua di Goethe, “sottomessi a Dio” ovvero “muslimun”, musulmani in arabo. «Vogliamo tener testa alle correnti radicali», dichiara uno dei cofondatori, Kerem Adigüzel.
Che cosa pensano però le maggiori associazioni islamiche svizzere del fatto che, presto, nel nostro Paese ci potrebbe essere una moschea in cui gli omosessuali sono i benvenuti e donne e uomini possono pregare insieme nella stessa sala? «Fintanto che l’omosessualità si limita a un rapporto fra adulti e non viene presentata come un modello per i giovani non vedo alcun problema», sostiene Farhad Afshar, presidente del Centro di coordinamento delle organizzazioni islamiche Svizzera (Kios).
Per quanto riguarda la preghiera condivisa da uomini e donne Afshar afferma: «È ovvio che sia così se gli spazi sono limitati o se la moschea si compone di un solo locale, come per il pellegrinaggio alla Kaaba alla Mecca». Per il responsabile ognuno è libero di fondare una moschea. È improbabile, del resto, che i fondatori di questo luogo di culto progressista finiscano nel mirino di persone che non apprezzano il progetto come avviene in Germania: «Il potenziale di violenza è molto più limitato in Svizzera che nei Paesi vicini», assicura.
Secondo la Federazione delle organizzazioni islamiche svizzere (FIDS), «chiunque lo voglia può aprire un luogo di culto. Chi vi si identifica può frequentarlo. In Svizzera ognuno può vivere liberamente le proprie convinzioni», dichiara il responsabile Önder Güneş.
Saida Keller-Messahli, del Forum per un Islam progressista, sostiene dal canto suo Kerem Adigüzel e il suo progetto: «Sarebbe una novità in Svizzera il fatto che le donne e gli uomini possano pregare insieme nella stessa stanza e che gli omosessuali siano esplicitamente i benvenuti», sottolinea. Secondo la studiosa, la moschea potrebbe rappresentare una vera alternativa per i musulmani secolarizzati che vogliono praticare la loro spiritualità in maniera nettamente distinta dall’Islam politico. Del resto, continua, l’85% dei musulmani in Svizzera non frequenta nessuna moschea perché non si identifica con quelle esistenti.