La sanzione inflitta ad un agente durante un inseguimento a Ginevra fa discutere. Via Sicura incide anche sull’operato delle forze dell’ordine: «Ci sentiamo ostacolati nel nostro lavoro»
GINEVRA - «L’unico modo sicuro per evitare una condanna è quello di rispettare i limiti di velocità. È questa la polizia che vogliamo?». Marc Baudat, presidente dell’Unione del personale dei corpi di polizia di Ginevra (UPCP) è contrario alle sanzioni inflitte agli agenti di polizia che infrangono le norme stradali nel corso di un intervento.
Una reazione a caldo in seguito alla notizia della condanna di un agente a 120 ore di lavoro di pubblica utilità con la sospensione condizionale e ad una multa di 1000 franchi per aver oltrepassato il limite di velocità (di 42 km/h, ndr.) mentre era impegnato nell'inseguimento di un gruppo di malviventi a Plan-les-Ouates.
«A Ginevra il Procuratore generale applica le disposizioni di Via Sicura con grande severità, anche con gli agenti di polizia», spiega Baudat. Per il sindacalista «queste misure mostrano quanto sia difficile svolgere il nostro lavoro. Di recente mi è capitato di dover rallentare per non far scattare un radar mentre stavo intervenendo sulla scena di un omicidio. Con l’avvento di Via Sicura si possono rischiare multe da decine di migliaia di franchi».
Una fonte interna ha rivelato che «alcuni agenti si sentono ostacolati nello svolgimento del proprio lavoro». L’avvocato Roulet, difensore del funzionario di polizia condannato giovedì, si occupa di altri casi legati ai fatti di Plan-les-Outes. «Oggi si condanna sia la polizia che i malviventi. Il giorno in cui un gruppo di jihadisti dovesse far esplodere tutti, la polizia arriverà o no?»