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VAUDPunto da una zecca, non può più mangiare carne

07.07.17 - 21:20
Il caso di un pensionato vodese, che ha sviluppato un’allergia dopo essere stato pizzicato vicino a casa, sarebbe il primo diagnosticato in territorio elvetico
Keystone / Fotolia
Punto da una zecca, non può più mangiare carne
Il caso di un pensionato vodese, che ha sviluppato un’allergia dopo essere stato pizzicato vicino a casa, sarebbe il primo diagnosticato in territorio elvetico

ROLLE - Negli Stati Uniti nel 2015 si sono registrati circa 5000 casi di allergie alla carne insorte in seguito alla puntura di una zecca. Lo strano fenomeno, solitamente causato da una specifica tipologia del parassita non presente sul suolo europeo, non era mai stato diagnosticato in Svizzera. Perlomeno fino ad ora. Quello di un pensionato vodese, riferito da Le Matin, è infatti il primo caso.

L’uomo, pizzicato da una zecca nel maggio del 2013 in un campo poco distante da casa, a Rolle, iniziò pochi giorni dopo a sviluppare tutta una serie di reazioni allergiche, sempre più intense. Da semplici gonfiori a gravi difficoltà respiratorie, passando per la comparsa di chiazze rosse sull’addome e il forte dolore alle articolazioni. Preoccupata, la moglie del pensionato suggerì al marito di annotare ogni alimento consumato.

I sospetti iniziali diventano certezza nell’autunno successivo quando l’allergologo consultato dall’uomo conferma la diagnosi: allergia alla carne di mammifero, in particolare quella di origine bovina. «Una cosa mai vista» ha confermato il medico al pensionato, spiegando che il suo potrebbe essere con ogni possibilità «il primo caso riconosciuto in Svizzera».

Inutile dire che la rara malattia ha obbligato il vodese a iniziare una “nuova vita” dal punto di vista alimentare. Può continuare a mangiare pesce e carne di volatile, ma manzo, maiale, agnello e coniglio non faranno più ritorno sulla sua tavola. «Non ne mangerò mai più, è troppo rischioso», ha raccontato il pensionato oramai «completamente abituato alla sua nuova dieta», seppur ammettendo di sentire, di tanto in tanto, la mancanza di una buona fetta di prosciutto.

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