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SVIZZERATre membri dell'ISIS in Svizzera come rifugiati?

05.07.17 - 07:22
Il Ministero pubblico della Confederazione aveva aperto un'inchiesta. Nei confronti di un siriano è in corso una procedura penale
Tipress
Tre membri dell'ISIS in Svizzera come rifugiati?
Il Ministero pubblico della Confederazione aveva aperto un'inchiesta. Nei confronti di un siriano è in corso una procedura penale

BERNA - Tre siriani richiedenti l’asilo arrivati in Svizzera sarebbero membri dell'ISIS. È quanto si evince dall’ultimo rapporto sul terrorismo dell’Europol. Due di loro sarebbero arrivati nel nostro paese con un visto umanitario (rilasciato a persone provenienti da regioni in guerra e la cui vita è minacciata). Nei confronti di questi due, come ha spiegato il Ministero pubblico della Confederazione alla trasmissione SRF “10 vor 10”, è comunque stato emanato un decreto di non luogo a procedere, per la mancanza di prove o altri motivi. Mentre nel caso del terzo siriano sarebbe invece in corso un procedimento penale.

Cittadini europei e «falsi rifugiati» - Ma non si tratta soltanto della Svizzera. Il rapporto dell’Europol parla anche di rifugiati con esperienza nella jihad giunti in Italia e in Austria. L’esperto di terrorismo Guido Steinberg, interpellato da “10 vor 10”, ricorda che già da tre anni il sedicente Stato islamico sta mandando combattenti in Europa. Non sono solo cittadini europei che rientrano da un addestramento ISIS, «ma anche rifugiati, o meglio, falsi rifugiati: siriani e iracheni mandati in Europa perché prendano parte a diverse attività». Tra queste la promozione dell'ISIS o la realizzazione di attentati.

Il controllo dei dossier - Proprio per evitare che individui con comportamenti estremisti o intenzioni terroristiche vengano accolti in Svizzera, la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) affida una parte dei dossier in materia di asilo al Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) per una verifica. Questo avviene in quei casi in cui «sulla base dei dati personali o del dossier si constata un possibile rischio per la sicurezza interna ed esterna della Svizzera» spiega il portavoce SEM Lukas Rieder, su richiesta di 20 minuti.

Verifiche in aumento - Negli ultimi anni le richieste d’asilo sottoposte al SIC sono in aumento. Se nel 2014 i dossier verificati erano 2’488, nel 2015 erano già 4’910. E nel 2016 si è giunti a 5’202, numero che corrisponde a un quinto delle richieste d’asilo presentate durante lo scorso anno. Il campanello d’allarme è tuttavia scattato soltanto per un esiguo quantitativo di dossier: «In 14 casi il SIC ha raccomandato di respingere la domanda d'asilo a causa di dubbi rilevanti in materia di sicurezza oppure ha evidenziato un rischio potenziale per la sicurezza» si legge nel Rapporto di gestione del Consiglio federale 2016. In un caso il SIC ha inoltre raccomandato di ritirare lo statuto di rifugiato.

I rimpatri nel 2017 - Per questioni di privacy, non è possibile conoscere la nazionalità dei richiedenti l’asilo che per motivi di sicurezza sono stati respinti, ci dice Rieder. E nemmeno se i tre rifugiati siriani nei confronti dei quali era stata aperta un’inchiesta si trovino ancora in Svizzera. Le statistiche del SEM rivelano, comunque, che nel corso di quest’anno (sino alla fine di maggio) soltanto una persona è stata rimandata in Siria. Si contano poi dodici rimpatri sulla base della Convenzione di Dublino, dodici partenze indipendenti controllate e 57 partenze non controllate. Durante lo stesso periodo, 692 migranti provenienti dalla Siria hanno invece raggiunto la Svizzera.

 

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