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ARGOVIAReattore di Leibstadt, Greenpeace non ci sta

16.06.17 - 11:33
L'organizzazione ha presentato un reclamo contro il riavvio chiedendo chiarezza al Consiglio dell'IFSN
Keystone
Reattore di Leibstadt, Greenpeace non ci sta
L'organizzazione ha presentato un reclamo contro il riavvio chiedendo chiarezza al Consiglio dell'IFSN

LEIBSTADT - Greenpeace Svizzera ha inoltrato reclamo in merito alla decisione dell'Ispettorato federale della sicurezza nucleare (IFSN) di autorizzare il riavvio del reattore di Leibstadt (AG). L'organizzazione ambientalista esige chiarezza e si rivolge al Consiglio dell'IFSN, l'autorità di sorveglianza, scrive in un comunicato odierno.

Secondo Greenpeace, l'IFSN ha «senza dubbio infranto la legislazione in vigore». In febbraio - afferma - esso ha permesso la ripresa dell'esercizio della centrale atomica senza conoscere la causa esatta del problema all'origine della disattivazione dell'impianto argoviese.

Nell'agosto 2016, durante l'annuale revisione, erano stati rinvenuti da parte degli esperti segni di ossidazione su 47 dei 648 elementi combustibili che formano il cuore del reattore. La loro sostituzione si era dunque resa necessaria.

L'IFSN aveva dichiarato che all'origine del difetto vi era un problema al sistema di raffreddamento ma, per Greenpeace, questa spiegazione è insufficiente e non abbastanza esaustiva. Lo scopo del reclamo è proprio quello di chiarire senza ombra di dubbio cosa non abbia funzionato a Leibstadt, precisa l'ong.

L'organizzazione mette in risalto anche ulteriori lacune. Per esempio denuncia un problema simile verificatosi nella stessa centrale nel 2014 e che non era stato oggetto di analisi approfondite. Inoltre, la comunicazione da parte dell'IFSN è giudicata problematica: importanti informazioni sono «regolarmente omesse» e le dichiarazioni sono «spesso contraddittorie».

Secondo Florian Kasser, specialista del nucleare di Greenpeace citato nella nota, «le negligenze si sono accumulate in misura inammissibile». Nel reclamo, si invita il Consiglio dell'IFSN a chiedere più trasparenza e una correzione delle pratiche in materia di sorveglianza.

Già in febbraio 19 organizzazioni, fra cui Greenpeace, avevano scritto alla ministra dell'ambiente Doris Leuthard per domandare delucidazioni sui problemi tecnici della centrale prima di autorizzare il riavvio. Lo stesso era stato rivendicato dal Land tedesco del Baden-Württemberg e dalla regione austriaca del Voralberg.

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