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BERNAEsentare le fiduciarie italiane dalla tassa di negoziazione

14.06.17 - 12:34
È l'opinione del Consiglio nazionale: «garantiscono l'imposizione del patrimonio detenuto in Svizzera»
TiPress
Esentare le fiduciarie italiane dalla tassa di negoziazione
È l'opinione del Consiglio nazionale: «garantiscono l'imposizione del patrimonio detenuto in Svizzera»

BERNA - Le fiduciarie statiche italiane, che garantiscono l'imposizione del patrimonio detenuto in Svizzera da parte di cittadini italiani, vanno esentate dal pagamento della tassa di negoziazione. È l'opinione del Consiglio nazionale ha approvato oggi la pertinente revisione legislativa redatta in adempimento a una mozione del consigliere agli Stati Fabio Abate.

Gli «scudi fiscali» decisi dal governo di Roma hanno permesso di regolarizzare i patrimoni italiani in Svizzera fino ad allora non dichiarati intestandoli a fiduciarie italiane in base al principio del «rimpatrio giuridico». Queste fiduciarie «statiche», che si incaricano di incassare direttamente le imposte dovute all'Italia, sono sottoposte alle tasse di negoziazione se i clienti hanno depositato averi in Svizzera, ma non se i patrimoni sono presso una banca italiana. Questa disparità costituisce uno svantaggio concorrenziale per la piazza finanziaria svizzera, e in particolare ticinese, ha spiegato Leo Müller (PPD/LU) a nome della commissione.

La modifica di legge approvata oggi prevede quindi di abolire le tasse di negoziazione per le organizzazioni che fanno da tramite tra i clienti all'estero e la loro banca svizzera a condizione che si occupino esclusivamente di garantire gli obblighi di notifica e tributari del cliente nel proprio Stato di domicilio senza fornire nessun'altra prestazione patrimoniale. Attualmente solo le fiduciarie statiche italiane rientreranno nel campo d'applicazione di questa disposizione, ha ricordato Müller.

Questa esenzione fiscale per la Confederazione implicherà una diminuzione del gettito della tassa dell'ordine di 10 milioni di franchi. Il miglioramento della competitività delle banche elvetiche - ha spiegato Müller - potrebbe tuttavia comportare un ampliamento delle operazioni di amministrazione patrimoniale per i clienti italiani capace di compensare le minori entrate nel medio-lungo termine.

La revisione legislativa passa ora al Consiglio degli Stati.

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