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ZURIGOI pediatri si rifiutano di stabilire l’età dei migranti

02.06.17 - 18:27
I medici criticano i test basati sull’analisi delle ossa della mano, secondo loro inutili per determinare se un ragazzo è minorenne
P. Boze
I pediatri si rifiutano di stabilire l’età dei migranti
I medici criticano i test basati sull’analisi delle ossa della mano, secondo loro inutili per determinare se un ragazzo è minorenne

ZURIGO - La Società svizzera dei pediatri (SSP) non ha intenzione di collaborare con il Segretariato di Stato della migrazione (SEM) e invita i suoi membri a fare altrettanto. Le autorità cercano di determinare l’età dei migranti per stabilire se siano minorenni. Nel 2016 le domande d’asilo che li riguardavano rappresentavano il 7,3% del totale.

In mancanza dei documenti d’identità, il SEM ricorre alle prove mediche come l’analisi delle ossa della mano, dei denti e altre parti del corpo, compresi la crescita dei peli e i genitali. Un progetto pilota in tal senso ha preso avvio a Zurigo, ma - come menziona l’edizione odierna del Blick - per la SSP si tratta di un metodo «troppo approssimativo».

«Nessun metodo preciso» - «Attualmente non esiste alcun metodo scientifico che consenta di determinare in modo preciso l’età dei ragazzi tra i 15 e i 20 anni», spiega la SSP. La società estende l’invito a rifiutarsi di partecipare anche ai suoi membri, per evitare di incorrere in errori di giudizio che potrebbero influire sulla vita di un giovane. Infatti, se un migrante è considerato maggiorenne, perde il diritto alla protezione prevista per i minorenni.

La difesa del SEM - Il SEM difende la pratica dei test: «Vengono utilizzati solo come complemento a una valutazione globale nella determinazione dell’età», ha precisato il portavoce Jonas Montani. «La decisione non si basa mai unicamente sul giudizio medico».

Il portavoce spiega che l’analisi delle ossa della mano costituisce «un piccolo indice» e i test sono effettuati previa autorizzazione delle parti interessati. Durante gli esami, inoltre, i ragazzi non vengono toccati e non sono mai completamente nudi.

Secondo Jonas Montani tra il 2014 e il mese di aprile di quest’anno i test sono stati condotti su 300 casi. «Per la metà di loro gli esami hanno dimostrato che le persone erano minorenni con forte probabilità, quasi con certezza».

La Confederazione intende osservare i risultati del progetto-pilota di Zurigo prima di introdurre queste misure a livello globale. «Nessuna decisione sarà presa prima della fine del 2017», ha specificato Jonas Montani. Un tempo sufficiente per permettere ai pediatri di decidere se seguire o meno l’appello della SSP a boicottare i test.

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