«Senza modernizzazione, è impossibile difendere in maniera efficace e indipendente il nostro territorio», ha affermato il presidente del gruppo di esperti interno
BERNA - Una spesa tra i 5 e i 18 miliardi per l'acquisto di nuovi aerei da combattimento e di un nuovo sistema di difesa terra-aria. Un gruppo di esperti interno e un gruppo d'accompagnamento esterno, istituiti dal Dipartimento federale della difesa (DDPS), hanno elaborato quattro opzioni per sostituire i vecchi F/A-18 e 16 raccomandazioni, tra cui quella di escludere la possibilità di referendum.
Questi progetti prevedono l'acquisto da 20 a 70 aerei da combattimento per un budget tra 4 e 14 miliardi di franchi e il rinnovamento del sistema di difesa terra aria, da uno a 4 miliardi. Senza modernizzazione, è impossibile difendere in maniera efficace e indipendente il nostro territorio, ha affermato oggi in conferenza stampa Claude Meier, presidente del gruppo di esperti interno del DDPS. L'acquisizione di un nuovo sistema terra-aria, dopo la sospensione del progetto BODLUV, deve passare prima attraverso un'analisi di mercato. La grande sfida è affrontare questi due importanti progetti nello stesso periodo, ha sottolineato Meier.
La flotta svizzera degli aerei da combattimento deve essere rinnovata a partire dal 2025. Secondo la pianificazione attuale nel 2020 ci sarà la scelta del modello, due anni più tardi verrà proposto il credito d'acquisto al parlamento e dal 2025 al 2030 saranno consegnati i nuovi aerei. Nessun velivolo specifico per sostituire i vecchi F/A-18 è stato menzionato nei rapporti pubblicato oggi dai gruppi di esperti.
Quattro progetti - La Svizzera, secondo i due gruppi, necessita di nuovi aerei da combattimento e di un nuovo sistema di difesa terra-aria. Per questo motivo sono stati presentati quattro progetti.
La prima opzione prevede l'acquisto da 55 fino a 70 nuovi aerei da combattimento abbinato a un sistema di difesa terra-aria BODLUV. Il costo si dovrebbe aggirare tra i 15 e i 18 miliardi di franchi.
Una seconda opzione, per un investimento di 9 miliardi, prevede l'acquisto di 40 nuovi aerei e un sistema di difesa terra-aria che potrebbe coprire una larga superficie, ma in questo caso le truppe al suolo e le opere importanti saranno protette solo parzialmente, ha detto Meier.
Trenta aerei e un sistema BODLUV esteso è invece la terza opzione presentata, per un costo tra 8 e 8,5 miliardi di franchi. Questo progetto ha ottenuto la maggioranza dei voti da parte del gruppo d'accompagnamento, costituito da rappresentanti dell'industria, dell'esercito, dei quattro partiti principali e del DDPS.
La quarta opzione è invece l'unica che non contempla la fine del servizio per gli F/A-18. In questo caso il loro utilizzo sarebbe ulteriormente prolungato e verrebbero acquistati solamente 20 nuovi aerei. Una soluzione meno costosa, circa 5 miliardi, ma solo a medio termine poiché bisognerebbe prevedere dei nuovi acquisti a partire dal 2025. Inoltre, per evitare delle lacune, l'acquisto di un sistema di difesa terra-aria dovrà essere proposto al parlamento nello stesso periodo in cui verrà discusso il credito per i prossimi jet.
No al referendum - Per finanziare l'acquisto dei prossimi aerei da combattimento, gli esperti raccomandano di utilizzare il budget ordinario della Confederazione e dell'esercito. Questo permetterebbe di escludere il rischio di referendum, evitando quanto successo nel 2014 con i Gripen, hanno rilevato domenica diversi giornali svizzerotedeschi.
Secondo Hans Altherr, che rappresenta il gruppo d'accompagnamento, un referendum non è però escluso. Una maggioranza dei membri reputa che sia il parlamento a dover decidere e non il popolo. Ma, ha ricordato Altherr, le Camere federali potrebbero decidere di ricorrere all'approvazione popolare attraverso un referendum facoltativo.
«Non è una lista dei desideri» - Il gruppo di accompagnamento ha formulato nel complesso 16 raccomandazioni. Tra i temi, oltre al finanziamento e a un'eventuale nuova votazione, anche la valutazione di un sistema di difesa terra-aria e le considerazioni sulle opzioni presentate dal gruppo di esperti interno.
Il rapporto e le raccomandazioni sono state trasmesse ieri al ministro della difesa Guy Parmelin. Non è una lista dei desideri, afferma Meier, ma un documento di lavoro che non rappresenta la posizione ufficiale del DDPS.
Gli esperti hanno esaminato anche altri approcci, ma secondo Meier non ci sono alternative agli aerei da combattimento. Velivoli senza equipaggio e nuovi droni sono in fase di sviluppo, ma secondo il gruppo interno del DDPS non sostituirebbero adeguatamente i modelli attuali. Essi sarebbero un complemento e non un'opzione a sé stante, così come la sostituzione di una parte dei velivoli con altri mezzi di difesa.
La Svizzera potrebbe inoltre gestire una flotta ridotta, cercando di rinforzare la cooperazione internazionale. Una soluzione molto meno dispendiosa. Secondo il gruppo d'accompagnamento, in caso di guerra gli apparecchi in dotazione all'aeronautica non potrebbero reggere il confronto. La Svizzera non disporrebbe dunque di mezzi soddisfacenti per proteggere efficacemente lo spazio aereo.