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SVIZZERA / TURCHIACon la museruola anche ad Istanbul

12.05.17 - 12:38
La polizia turca ha perturbato l'evento organizzato dal Consiglio Centrale Islamico svizzero, che non ha apprezzato il trattamento: «Siamo delusi. Hanno perfino tolto l'elettricità dalla sala»
Keystone
Con la museruola anche ad Istanbul
La polizia turca ha perturbato l'evento organizzato dal Consiglio Centrale Islamico svizzero, che non ha apprezzato il trattamento: «Siamo delusi. Hanno perfino tolto l'elettricità dalla sala»

ISTANBUL - Il Consiglio centrale Islamico svizzero (CCIS) aveva annunciato chiaramente la sua volontà di spostare la conferenza “Longing for peace” (aspirazione di pace) a Istanbul. Una decisione con un significato evidente: mettere in risalto «l’islamofobia e la censura» della Svizzera, dopo che il Canton Zurigo aveva negato il permesso di tenerla al World Trade Center di Oerlikon

Istanbul avrebbe avuto anche un grosso significato simbolico, visto che la città è stata la capitale dell’Islam per diversi secoli. Ma la conferenza al Wyndham Grand Hotel non è andata come previsto, racconta oggi il Tages-Anzeiger. La CCIS non disponeva infatti delle autorizzazioni necessarie dalla polizia turca, che ha avvisato l’albergo il giorno prima dell’evento e ha cercato in ogni modo di manometterlo.

Autorità inflessibili - Il portavoce del Consiglio islamico, Janina Rashidi, ha commentato con grande tristezza, lamentandosi di questo atteggiamento. «Ci attendavamo un po’ più di flessibilità dalle autorità turche».

Una testimonianza della pressione esercitata da Ankara è stata data pure dal comico americano Aman Ali, che era stato invitato come oratore alla conferenza prima in Svizzera e poi in Turchia. «Sono quasi stato arrestato la scorsa settimana perché ho detto delle barzellette. Sì, delle barzellette», ha scritto sulla sua pagina Facebook.

La polizia taglia la corrente - La polizia è andata oltre. Il comico racconta: «Gli organizzatori hanno detto che c’è stato un problema con il suono. Successivamente ho saputo che le forze dell’ordine avevano ordinato alla direzione dell’hotel di togliere la corrente alla stanza in cui avrebbe avuto luogo la conferenza». Il CCIS aveva promesso ai suoi membri una diretta streaming su internet, che non era possibile in assenza di energia elettrica.

Secondo Aman Ali, le autorità turche sono state avvisate dalla Svizzera. La portavoce dei servizi segreti della Confederazione (SRC), Isabelle Graber, ha dichiarato di non poter esprimersi in merito alle comunicazione con l’intelligence di altri paesi.

ll CCIS è conosciuto dalle autorità - Un funzionario del ministero della Giustizia ha lasciato intendere che la Turchia non aveva bisogno della Svizzera: «Sappiamo chi arriva nel nostro paese». Qaasim Illi, responsabile della comunicazione del CCIS, è stato controllato nel 2013 insieme ad altri due membri dell’associazione. La polizia aveva trovato nella loro auto dell’attrezzatura militare, ma nessuna arma. Convinti che si sarebbero recati al confine siriano, ai tre era stato permesso di proseguire.

Una Turchia islamofoba? - La polizia è effettivamente intervenuta nell’albergo, minacciando di arrestare Aman Ali se avesse continuato il suo show. Gli agenti hanno sottolineato come le attività del CCIS non sono autorizzate in Turchia. Parte della conferenza - come riporta la portavoce Janina Rashidi - ha comunque avuto luogo sul battello che l’associazione aveva affittato per una gita sul Bosforo.

Ankara è diventata particolarmente attenta nei confronti delle esternazioni politiche islamiche. Ha anche vietato diversi raduni di organizzazioni islamiste. Non è ancora noto se il CCIS accuserà - come con la Svizzera - la Turchia di essere islamofoba. La portavoce Janina Rashidi non ha voluto rispondere alla domanda dei colleghi di 20 Minuten.

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