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BERNACaritas: «La Svizzera faccia di più in Siria»

20.04.17 - 14:12
L'organizzazione non governativa chiede di aumentare il contributo da 40 a 100 milioni di franchi all'anno
Keystone
Caritas: «La Svizzera faccia di più in Siria»
L'organizzazione non governativa chiede di aumentare il contributo da 40 a 100 milioni di franchi all'anno

BERNA - La guerra in Siria dura ormai da sei anni e Caritas svizzera ritiene sia giunto il momento di rivalutare la situazione. L'organizzazione non governativa auspica in particolare che la Confederazione aumenti il suo aiuto, portandolo da 40 a 100 milioni di franchi all'anno.

«Dal 2011, la Svizzera ha devoluto 250 milioni di franchi di aiuti umanitari in favore dei siriani sfollati in seguito alla guerra», ha ricordato Hugo Fasel, direttore di Caritas Svizzera oggi a Berna durante una conferenza stampa. «Su scala internazionale è molto, ma è insufficiente vista l'ampiezza del disastro umanitario», ha affermato.

L'aumentato importo dovrà principalmente essere destinato a programmi di scolarizzazione e di formazione per bambini e adolescenti, ha precisato. «La Svizzera può così contribuire ad evitare che in Medio Oriente cresca una nuova generazione perduta».

Se il presidente siriano Bashar al-Assad resterà al potere ancora per anni, per i rifugiati nei Paesi vicini alla Siria sarà impossibile ritornare in patria, ha rilevato oggi Caritas Svizzera. Il suo direttore auspica per questo un cambiamento della politica dei rifugiati in Svizzera, in particolare per quanto riguarda le misure d'integrazione, che vanno rinforzate.

Fasel ritiene necessario anche informare meglio l'opinione pubblica, perché, «tacere è un comportamento inammissibile». L'osservazione è tra l'altro indirizzata al Dipartimento degli affari esteri e alla Direzione dello sviluppo e della cooperazione «che devono informare su quanto avviene sul posto».

Quantificando le conseguenze della guerra, Anja Ebnöther, responsabile della Cooperazione internazionale di Caritas, ha in particolare ricordato che cinque milioni di siriani sono fuggiti e hanno trovato rifugio nei Paesi vicini. «I programmi d'aiuto sono costantemente adattati in funzione dei bisogni. Dall'inizio del conflitto, per i nostri progetti di aiuto alle vittime abbiamo devoluto oltre 34 milioni di franchi», ha precisato.

Fabrice Boulé, responsabile della comunicazione nella Svizzera romanda, è rientrato in gennaio da un viaggio in Siria dove ha visto con i propri occhi le sofferenza osservate sul posto. «Quello che vuole questa gente è che il mondo non li dimentichi», ha sottolineato.

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COMMENTI
 

gmogi 6 anni fa su tio
Perché non li chiedete alle associazione che danno loro l armi? Sempre associazioni sono quindi vi potreste confrontare tra di voi.

madras 6 anni fa su tio
Basta non se ne puo più, per trovare tutti sti soldi che chiedono le ong caritatevoli con soldi degli altri, ci stanno spremendo fino all'ultima goccia di sangue e affamando sempre di più. Su ogni franco versato in Siria in realta arrivano solo 10 centesimi il resto lo magnano le ong.

Mat78 6 anni fa su tio
Andate a mungere da un'altra parte, cosa dobbiamo fare lo decide il parlamento ed eventualmente il popolo, non abbiamo bisogno dei soliti fanatici che vengono a pontificare a casa nostra su cosa dobbiamo fare e su cosa è giusto e cosa no. Anche se ci sono associazioni anche peggiori a livello di ingerenza, come ad esempio Amnesty...
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