A 47 e 45 anni, due appenzellesi vorrebbero dare un fratellino o una sorellina alla figlia di 9 mesi, avuta con la fecondazione assistita
WOLFHALDEN (AR) - Emil e Martina Koller hanno 47 e 45 anni e pensavano di trovare sostegno e incoraggiamento quando hanno chiesto agli abitanti della loro regione di supportarli nel loro desiderio di avere un secondo figlio, ma hanno trovato quasi solo odio e insulti.
La loro prima figlia, Alina, ha solo 9 mesi ed è venuta al mondo grazie alla fecondazione assistita. I due appenzellesi hanno sborsato 70mila franchi per ottenere questo piccolo miracolo. I soldi per un secondo figlio, però, non ci sono e i Koller hanno quindi pensato di lanciare un crowdfunding per raccogliere il denaro necessario per un secondo trattamento: “Projekt pro Baby - Ein Geschwisterchen für Alina” (“Progetto bebè - Un fratellino o una sorellina per Alina”). Per promuoverlo hanno iniziato spedendo più di 200 lettere ai residenti della loro zona.
Le reazioni non si sono fatte attendere: «È stata una catastrofe», racconta Martina all’Appenzeller Zeitung. «Il telefono squilla dalle 7 di mattina alle nove di sera - continua -. Siccome non avevamo più voglia di essere insultati l’abbiamo staccato». Il disprezzo, però, arriva dritto anche in bucalettere: «7-8» missive d’insulti al giorno riceve la coppia. «Molti ci dicono che siamo feccia e ci accusano di essere troppo pigri per lavorare», lamenta la 45enne. Gli scritti sono, senza alcuna eccezione, anonimi.
I Koller non hanno perso il sonno per questa ondata d’astio, ma gli insulti hanno certo lasciato il segno. Una lettera, in particolare, li ha feriti: accusa i due di non occuparsi a sufficienza di Alina, alla quale mancherebbe amore. Lo scrivente li minaccia addirittura di denunciarli alla protezione dei minorenni. «Quella lettera mi ha fatto infuriare», confessa Martina. «Questa persona non può giudicare la situazione così dall’esterno - aggiunge -. Chi ci conosce sa che ci prendiamo cura di Alina».
Fra tanta bile, i Koller hanno ricevuto anche qualche messaggio positivo. Molti, per esempio, si sono congratulati per il loro coraggio. L’obiettivo, però, rimane lontano: «Finora abbiamo ricevuto 550 franchi più 5 centesimi contenuti in una lettera d’insulti», dettaglia l’aspirante mamma.
Il loro obiettivo erano «4-5mila franchi» e i due non sono ancora pronti ad arrendersi. Se lo facessero, tuttavia, promettono di ricontattare chi ha inviato loro dei soldi e per restituirglieli.