Le giovani democentriste dicono la loro dissociandosi dalla manifestazione dello scorso 18 marzo: «Diffondono una falsa idea di oppressione femminile»
ZURIGO - «Le giovani socialiste si levano i vestiti, le giovani dell'UDC invece lavorano, sono madri e vivono appieno la vita». Con questo slogan, la fetta più giovane delle quote rosa democentriste ha voluto dissociarsi dall’azione di protesta inscenata lo scorso 18 marzo a Zurigo. Per l’occasione, è stato creato un volantino in cui la foto simbolo di quella manifestazione, che ritraeva cinque donne a “petto nudo” che bruciavano i propri reggiseni, è stata combinata con quella di otto giovani esponenti UDC, siglando il tutto con una semplice domanda: «Tu da che parte stai?»
Una presa di posizione motivata dal fatto che «quanto fatto dalla presidente delle giovani socialiste e dalle sue colleghe non rappresenta le donne di questo paese», ha precisato Michelle Singer, presidente delle giovani UDC dell’Emmental, che accusa le socialiste di diffondere una «falsa idea di oppressione femminile», rappresentativa di un «femminismo di sinistra del tutto privo di ideologia».
Quell’azione è stata «un’offesa nei confronti di tutte le donne indipendenti e lavoratrici del paese. Donne che vivono prendendosi le proprie responsabilità; lavorano e studiano duramente; sono sempre presenti per i bisogni dei propri figli e vivono completamente la propria vita», ha affermato Singer. Donne che sarebbero quindi stufe di essere costantemente bollate come vittime quando questo non corrisponde più alla realtà dei fatti.
Una mossa che, a sorpresa, ha suscitato soddisfazione anche nella presidente delle gioventù socialista, Tamara Funiciello: «Volevamo stimolare il dibattito sulla questione femminista. È positivo che le giovani UDC abbiano deciso di esprimersi a proposito di un tema sul quale solitamente non spendono una parola».