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FRIBURGOAbbandono Billag, «Siamo sotto shock»

10.03.17 - 14:55
Si esprime così il Consiglio di Stato friburghese informato della decisione soltanto questa mattina
Keystone
Abbandono Billag, «Siamo sotto shock»
Si esprime così il Consiglio di Stato friburghese informato della decisione soltanto questa mattina

FRIBURGO - Addio Billag. Dall'inizio del 2019 il canone radiotelevisivo delle economie domestiche sarà riscosso da una nuova società, la zurighese Serafe. La filiale friburghese di Swisscom, al centro di ripetuti attacchi politici negli ultimi anni, rischia così di chiudere e di dover licenziare i circa 250 dipendenti.

In una nota diramata oggi, il Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) annuncia di aver conferito il mandato alla Serafe, filiale appositamente costituita dalla Secon AG di Fehraltorf (ZH), il cui «dossier si è distinto rispetto agli altri concorrenti grazie al migliore rapporto qualità-prezzo».

Serafe molto meno cara - Lanciando la gara pubblica d'appalto lo scorso agosto, l'Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM) aveva indicato di voler spendere meno dei 54 milioni di franchi annui oggi incassati dalla Billag, che ha concorso a sua volta per la propria successione. Secondo l'UFCOM la Serafe riceverà per l'intero mandato di sette anni (2019-2025) e per i lavori preparatori un importo complessivo di 123'070'806 franchi. L'impresa zurighese si è imposta contro due altri concorrenti, ha detto all'ats una portavoce dell'ufficio federale senza precisare oltre e rilevando che la decisione è inoppugnabile.

Motivi politici? - In una nota critica verso il DATEC, il sindacato dei media e della comunicazione Syndicom dice di sospettare anche motivi politici oltre a quelli economici, a seguito degli «attacchi permanenti di natura ideologica dell'UDC contro la SSR e la Billag». Attacchi tuttora in corso con il dibattito in parlamento sull'iniziativa popolare "Abolizione del canone Billag", rifiutata mercoledì all'unanimità dal Consiglio degli Stati ma che susciterà ancora polemiche al Nazionale, dove la società radiotelevisiva nazionale SSR gode di meno sostegno e dove i nemici del canone sono più numerosi e virulenti.

Il mandato di Serafe inizierà il 1° luglio 2017 e scadrà il 31 dicembre 2025. L'avvio del nuovo sistema di riscossione è però previsto solo per il 1° gennaio 2019, quando scadrà il contratto attuale con la Billag. Sempre che l'iniziativa popolare venga bocciata alle urne, altrimenti salterà tutto. In tale caso la Confederazione rischia - per ammissione dello stesso DATEC - di «eventualmente risarcire le spese all'organo di riscossione per i lavori già intrapresi».

«Grande esperienza» - Contrariamente alla Billag la Serafe si occuperà solo delle economie domestiche, mentre il canone per le imprese sarà riscosso dall'Amministrazione federale delle contribuzioni. A luglio l'impresa zurighese comincerà i lavori preparatori, che dovrà portare a termine entro la fine del 2018.

La sua casa madre Secon, fondata nel 1979, secondo il DATEC «dispone di grande esperienza in materia di incasso, così come di moderni sistemi e processi IT», occupandosi attualmente di numerosi clienti tra cui diversi assicuratori-malattie. La Secon ha dovuto creare appositamente la filiale Serafe nel settembre 2016, perché la legge sulla radiotelevisione (LRTV) non consente all'organo di riscossione di esercitare altre attività economiche oltre all'incasso del canone.

Nuovo sistema - Il 14 giugno 2015 il popolo svizzero ha accettato di strettissima misura, ossia con il 50,08% di sì, la revisione della LRTV che prevede la sostituzione dell'attuale canone di ricezione con un canone generale, indipendente dagli apparecchi. Secondo le promesse ribadite oggi dal DATEC quest'ultimo dovrebbe costare agli utenti "nettamente meno di 400 franchi l'anno", contro gli attuali 451,10 riscossi dalla Billag. Il Consiglio federale dovrà decidere quanto prima dell'entrata in vigore del nuovo sistema.

Billag e governofriburghese sotto shock - 

La Billag rischia di chiudere e di dover licenziare i circa 250 dipendenti "bilingui e qualificati" dopo la decisione del DATEC. La filiale di Swisscom con sede a Friburgo - che secondo il suo sito web invia ogni anno circa 4,5 milioni di fratture a più di tre milioni di "clienti" per un volume d'incassi di oltre 1,3 miliardi di franchi - trae infatti dal suo mandato, che svolge dal 1998, ben oltre il 90% dei propri introiti. Al momento è ancora troppo presto per dire che cosa succederà, ha detto all'ats il suo portavoce Dominik Mülle. Una chiusura è pensabile visto che non sarà facile trovare nuovi clienti, essendo il "mercato dell'incasso" già saturo.

«Sotto shock» si dichiara anche il Consiglio di Stato friburghese. «La sorpresa è totale» per il governo, informato della decisione soltanto questa mattina come la stessa Billag, ha dichiarato il "ministro" dell'economia Olivier Curty sulle onde della RTS. «I servizi del Cantone metteranno tutto in atto per accompagnarli e sostenerli», promette l'esecutivo in una nota.

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