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BERNANaturalizzazioni di terza generazione, netto sì di popolo e cantoni

12.02.17 - 17:08
Naturalizzazioni di terza generazione, netto sì di popolo e cantoni

BERNA -  popolo svizzero vuole favorire la naturalizzazione degli stranieri di terza generazione: il 60,4% dei votanti ha oggi deciso di inserire un principio in tal senso nella Costituzione. L'oggetto ha ottenuto anche la maggioranza dei cantoni: 19 hanno votato sì, fra cui il Ticino - in modo risicato, 50,2% - e i Grigioni (57,3%). La partecipazione si è attestata al 46,3%.

Finora i progetti per facilitare l'ottenimento della cittadinanza da parte dei discendenti di immigrati non avevano mai superato lo scoglio delle urne. Oggi invece il consenso è stato ampio, avendo raggiunto punte superiori al 70% nei cantoni di Giura, Vaud, Ginevra e Neuchâtel, campione del sì con il 75,1%. Sul fronte dei contrari si sono schierati Appenzello Interno (43,6%) nonché - con percentuali meno nette - Svitto, Obvaldo, Uri, Glarona, San Gallo e Turgovia. Complessivamente i sì sono stati 1'499'615, i no 982'833.

La proposta era sostenuta da tutti i grandi partiti, ad eccezione dell'UDC. La campagna era partita in sordina e all'inizio il voto sembrava quasi solo una formalità, fino a quando nelle stazioni non sono comparsi i primi manifesti degli oppositori raffiguranti una donna in niqab, con l'interrogativo "naturalizzare senza controllo?" A quel punto il dibattito si è fatto acceso. Ma alla fine l'esito è stato chiaro, probabilmente più di quanto ci si aspettasse, in particolare in relazione al sempre insidioso scoglio della maggioranza dei cantoni.

Con il voto odierno i cittadini hanno inserito nella Costituzione un principio i cui dettagli sono stati già regolati da una legge del Parlamento: contro questa normativa gli oppositori potrebbero lanciare il referendum, ma hanno annunciato di non volerlo fare.

Le nuove disposizioni potrebbero quindi entrare in vigore l'anno prossimo insieme alle modifiche della Legge federale su l'acquisto e la perdita della cittadinanza svizzera, che prevedono in generale requisiti più severi per le naturalizzazioni.

Per quanto riguarda i giovani di terza generazione, i candidati dovranno essere nati in Svizzera, aver frequentato per almeno cinque anni la scuola dell'obbligo, disporre di un permesso C, avere perlomeno uno dei genitori che ha soggiornato nella Confederazione per almeno dieci anni e poter contare su un nonno con diritto di dimora o nato in Svizzera. Inoltre, per evitare un aggiramento degli obblighi militari, i candidati non potranno avere più di 25 anni.

Secondo quanto indicato dalla Confederazione sono circa 25'000 le persone che attualmente soddisfano questi criteri per una naturalizzazione agevolata: il 60% sono italiani, mentre al secondo posto vi sono giovani con origini balcaniche.

Per i favorevoli si trattava di facilitare persone che hanno un legame stretto con la Svizzera, permettendo loro di partecipare allo sviluppo democratico del Paese. I nipoti dei migranti spesso hanno pochi contatti con il loro Stato d'origine: la Svizzera è la loro Patria, solo che non hanno il passaporto rossocrociato, aveva argomentato la consigliera federale Simonetta Sommaruga.

Oggi inoltre in ciascun cantone valgono regole diverse: in futuro per le persone della terza generazione la procedura sarà più facile, durerà meno e sarà anche meno cara. Non ci saranno però automatismi: continuerà a valere il principio secondo cui solo chi è integrato ottiene la cittadinanza: le autorità federali valuteranno le domande dopo aver raccolto informazioni dai cantoni, che si rivolgeranno a loro volta ai comuni.

I contrari temono invece che il sì possa portare a naturalizzazioni di massa. A loro avviso al posto di facilitazioni sarebbero necessari maggiori controlli: proprio i giovani della terza generazione sono spesso problematici e inclini alla radicalizzazione, viene fatto notare. Anche alcuni esponenti del PLR e del PPD si erano opposti al progetto, per motivi di natura federalistica: erano infatti contrari a trasferire nuove competenze dai cantoni alla Confederazione.

Finora i tentativi volti a facilitare l'ottenimento della cittadinanza da parte dei discendenti di immigrati erano sempre naufragati. Il 26 settembre 2004 i votanti avevano respinto due progetti che miravano a facilitare la naturalizzazione di giovani: il 57% del corpo elettorale si era opposto alla naturalizzazione agevolata degli stranieri di seconda generazione, mentre il 52% si era detto contrario al passaporto automatico per la terza generazione.

Dieci anni prima, il 12 giugno 1994, il 53% del popolo aveva sostenuto l'idea di rendere ai giovani più facile l'accesso alla cittadinanza, ma la maggioranza dei cantoni aveva respinto l'oggetto. Un progetto analogo - che concerneva anche i rifugiati e gli apolidi - era stato respinto nel 1983 con il 55% dei no. Solo cinque cantoni avevano dato il loro assenso.

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