Una "caccia speciale", diretta ai cervi, sarà aperta in tutte le regioni del cantone, salvo quella di Felsberg
COIRA - Quasi 10'000 ungulati (cervi, caprioli, camosci e cinghiali) sono stati uccisi dai 5518 cacciatori, tra cui 218 donne, che hanno partecipato alla caccia alta 2016 nei Grigioni. Non abbastanza tuttavia, secondo le autorità competenti: per cervi e caprioli è necessaria una caccia speciale, per la quale si sono già annunciati 3078 cacciatori, il numero più alto mai registrato.
I dati sono contenuti in una nota diramata oggi dall'Ufficio per la caccia e per la pesca grigionese, nel quale si rileva che i valori elevati previsti dal piano di abbattimento della caccia speciale risultano nettamente superiori rispetto agli ultimi anni.
Una "caccia speciale" - Gli ungulati uccisi sono stati in tutto 9924 (3501 cervi, 3393 caprioli, 3022 camosci e 8 cinghiali). Per quanto riguarda i cervi, una caccia speciale sarà ancora necessaria in tutte le regioni salvo quella di Felsberg, presso Coira. Per i caprioli essa sarà invece limitata a circa la metà delle regioni retiche.
Contrariamente a camosci e stambecchi (questi ultimi sono esclusi dalla caccia alta o oggetto di una caccia separata), gli effettivi di cervo e di capriolo si contraddistinguono per un'elevata prestazione riproduttiva, si rileva nella nota. Per queste due specie, l'effettivo cresce ogni anno di oltre un terzo rispetto a quello primaverile. Per il cervo questo corrisponde a un aumento di circa 5000 capi. Di conseguenza, spiega l'Ufficio caccia e pesca, per ottenere almeno una stabilizzazione degli effettivi, il prelievo annuale deve essere altrettanto elevato.
«La caccia speciale - precisa la nota - ha lo scopo di adeguare gli attuali effettivi elevati di cervi e caprioli alle dimore invernali e allo stesso tempo di evitare un peggioramento delle condizioni fisiche degli animali».
Su incarico del veterinario cantonale, durante la caccia speciale verrà anche esaminata la presenza di tubercolosi in tutti i cervi di più di un anno della Prettigovia e della Bassa Engadina, dopo che casi di questa malattia sono stati riscontrati tra bovini e cervi nella vicina regione austriaca del Vorarlberg.
Nella nota si rileva anche che in alcune regioni del cantone è stata registrata una diffusione epizootica della cecità del camoscio.