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BERNA«Economia verde? Un veleno per le piccole imprese»

05.09.16 - 12:29
È quanto sostenuto dall'Unione svizzera delle arti e mestieri, che invita a respingere l'iniziativa
«Economia verde? Un veleno per le piccole imprese»
È quanto sostenuto dall'Unione svizzera delle arti e mestieri, che invita a respingere l'iniziativa

BERNA - L'iniziativa "Economia verde", in votazione il 25 settembre, è un "veleno" per le piccole e medie imprese svizzere, è estremista e anche menzognera. Questa in sintesi la posizione espressa oggi a Berna dall'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM).

Secondo l'organizzazione mantello delle piccole e medie imprese (PMI) l'iniziativa "Per un'economia sostenibile ed efficiente in materia di gestione delle risorse (economia verde)" è un progetto radicale basato sulla costrizione, nuove tasse e molta burocrazia.

In una conferenza stampa, il direttore dell'USAM Hans-Ulrich Bigler ha detto che essa è "un veleno" per le PMI: "ne minaccia di morte migliaia e i loro posti di lavoro con rivendicazioni radicali, ossia ridurre del 65% il consumo di energia e di materie prime". Secondo il consigliere nazionale Bigler (PLR/ZH), le misure previste dai promotori - quali tasse sulla carne, pedaggi stradali nelle città e divieto di alcune derrate alimentari - "porterebbero un colpo fatale a diversi settori economici della Svizzera quale sito di produzione".

Roland Goethe, presidente di Swissmechanic, ha ricordato che in Svizzera il 99% delle aziende sono PMI. Il settore secondario, ossia industria e manifattura, conta 40'000 imprese che generano circa il 20% del Prodotto interno lordo (PIL) e danno lavoro ad oltre 700'000 persone. Bisogna quindi alleggerire e non appesantire le condizioni della piazza industriale elvetica, già messa sotto pressione dalla forte valutazione del franco e dalla concorrenza industriale.

Dal canto suo, André Berdoz, membro del comitato direttivo dell'USAM e proprietario di Electro-Techniques, ha sottolineato che l'economia elvetica "è tra le più verdi del pianeta". Infatti, dati gli elevati costi di produzione, le imprese rossocrociate fanno per forza tutto il possibile per essere più efficienti e competitive sul mercato internazionale. L'iniziativa è un inganno che suggerisce che la nostra economia dispone di un grande potenziale di diminuzione dell'uso delle risorse. Ma ciò è falso.

Molti settori - alberghi, ristoranti, panetterie, segherie, dettaglianti, servizi per uffici, case per anziani e cliniche - attuano grandi investimenti per migliorare l'efficienza energetica, ha ricordato André Berdoz. Il testo in votazione il 25 settembre sostituisce tale dinamismo nell'uso razionale delle risorse con obblighi, tasse, regolamentazioni inutili e burocrazia, che impediranno alle aziende di lavorare in maniera competitiva.

Beat Huber, presidente dell'Associazione svizzera per le tecniche dell'ambiente e amministratore di Polytechnik Swiss SA, ha detto che in questo ambito le imprese svizzere sono tra i leader dell'esportazione di innovazioni verso mercati emergenti quali Cina e India, e "quanto da noi sviluppato porta un contributo importante alla protezione dell'ambiente a livello mondiale". I costi supplementari provocati dalle proposte radicali dell'iniziativa soffocherebbero invece l'innovazione e il progresso tecnico nonché la promozione del trasferimento scientifico e tecnologico.

Anche secondo Stefan Eberhard, esponente delle aziende omonime nonché del settore del riciclaggio di materiale da costruzione e dei rifiuti, non c'è bisogno di nuove prescrizioni. Già con la base legale attuale l'economia sfrutta ampiamente il potenziale esistente. L'iniziativa "Economia verde" mette inoltre sotto tutela la popolazione, costringendola a cambiare modo di vita e di consumare.

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