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BASILEANiente noci e noccioline a scuola, troppo pericolose

30.07.16 - 20:20
Anche la più piccola quantità può innescare uno shock anafilattico a chi è allergico
Niente noci e noccioline a scuola, troppo pericolose
Anche la più piccola quantità può innescare uno shock anafilattico a chi è allergico

BASILEA - Decine di scuole della Svizzera tedesca hanno bandito noci e noccioline dai loro istituti per precauzione. Ultimo esempio in ordine di tempo quello della scuola dell’infanzia e elementare di Lausen, nel canton Basilea. La direzione ha deciso di vietare dal prossimo anno scolastico le arachidi dato che due bambini altamente allergici cominceranno l’asilo alla fine dell’estate.

Per le persone più sensibili anche una minuscola quantità di noci può causare uno shock anafilattico, e può portare anche alla morte.

Provocare un attacco - Tuttavia questa misura presa dall’istituto fa discutere. Alcuni genitori hanno persino tentato di far cambiare idea alla scuola lanciando una petizione. Ma il direttore non ha smesso di ricordare che la bambina che comincerà presto la scuola è talmente sensibile alle noccioline che anche un semplice contatto, come delle tracce presenti nell’aria o su una maniglia, è sufficiente per provocare uno shock anafilattico.

E per la prima volta anche la mamma della piccola ha deciso di prendere posizione. Intervistata dalla Basellandschaftliche Zeitung ha spiegato come la sua famiglia sia riuscita ad affrontare le critiche.

La mamma basilese racconta inoltre che la bambina «evita il contatto corporale con le altre persone e mangia solo ciò che le diamo noi» e aggiunge che «le persone che ci attaccano non sanno cosa sia uno shock anafilattico. Pensano che questa allergia sia una moda, un po’ come l’intolleranza al glutine».

Dopo il primo attacco a 18 mesi, la madre ha dovuto lasciare il lavoro per occuparsi della bimba: «Devo cucinare tutto io, ma veramente tutto. E la casa deve essere sempre superpulita. È un lavoro che mi impegna 24 ore su 24».

«Siamo grati alla scuola per il suo sostegno e per il fatto che i professori abbiano seguito un corso per imparare ad affrontare uno shock anafilattico» conclude la mamma della bambina.

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