È quanto emerge da uno studio svolto nei cantoni della Svizzera centrale a seguito di varie iniziative presentate allo scopo di posticipare lo studio della lingua di Molière alle scuole medie
LUCERNA - Abolire l'insegnamento del francese alle scuole elementari non ha alcun vantaggio. È quanto emerge da uno studio svolto nei cantoni della Svizzera centrale a seguito di varie iniziative presentate allo scopo di posticipare lo studio della lingua di Molière alle scuole medie.
L'Istituto di plurilinguismo dell'Università di Friburgo ha analizzato, su mandato della Conferenza dei direttori cantonali dell'educazione della Svizzera centrale (BKZ), le competenze linguistiche francesi e inglesi di 3700 scolari al sesto e ottavo anno di scolarizzazione. L'obiettivo dello studio è di rendere concrete le recenti discussioni, ha affermato il presidente della BKZ Beat Jörg nel corso della conferenza stampa a Lucerna.
Tutti i cantoni della Svizzera centrale, eccetto Uri, seguono il modello 3/5 che prevede l'apprendimento di due idiomi "stranieri" durante la scuola primaria. Nel canton Uri il francese viene insegnato a partire dal settimo anno, lasciando la priorità all'italiano in quinta.
Dallo studio emerge sopratutto che il numero delle ore influenza direttamente le prestazioni. Gli scolari che frequentano più lezioni hanno ottenuto risultati migliori rispetto a quelli con meno ore. Inoltre l'inglese ha riscontrato voti superiori al francese. BKZ giudica le conoscenze della lingua di Shakespeare "buone" mentre quelle del francese "molto insufficienti".
Concentrare le lezioni solo nella scuola secondaria non porta alcun valore aggiunto, ha affermato Jörg precisando che gli scolari non sono sopraffatti dall'insegnamento delle lingue "straniere".