Secondo Bruxelles, un'intesa sarà possibile entro quest'estate. Lo ha detto oggi il presidente della Confederazione Schneider-Ammann a margine del Wef di Davos
DAVOS - L'Unione europea (UE) non farà concessioni sulle questioni bilaterali alla Svizzera finché non troverà un accordo con la Gran Bretagna. Secondo Bruxelles, un'intesa con Londra sarà possibile entro quest'estate, ha indicato oggi il presidente della Confederazione Johann Schneider-Ammann a margine del Forum economico mondiale (WEF) di Davos (GR).
Secondo il primo vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans, con il quale Schneider-Ammann si è intrattenuto al WEF, la Svizzera resterà in attesa finché la situazione con la Gran Bretagna non sarà chiarita. Qualsiasi intesa avrebbe carattere pregiudizievole, ha detto il presidente della Confederazione.
Il primo ministro britannico David Cameron ha di nuovo giustificato il mantenimento di un referendum sull'uscita del suo Paese dall'UE. Cameron desidera rallentare l'immigrazione proveniente dall'UE, in particolare dai Paesi dell'Est. Se Bruxelles si mostra flessibile con Londra, sarà difficile fare altrimenti con Berna.
Tempo per Piano B
Per il Consiglio federale questo significa che deve attivare il piano B per l'attuazione dell'iniziativa contro l'immigrazione di massa. Il governo vuole presentare al parlamento a inizio marzo il relativo messaggio. Avrebbe preferito ancor prima accordarsi con l'UE sul meccanismo di una clausola di salvaguardia, con cui la Svizzera avrebbe potuto limitare la libera circolazione delle persone in determinate circostanze.
Ma ora non si arriverà a questo. Se il referendum sulla cosiddetta Brexit si svolgerà effettivamente già quest'estate, un accordo su una clausola di salvaguardia potrebbe avvenire al più presto nella seconda metà dell'anno. Significa che il Consiglio federale deve presentare innanzitutto al parlamento una clausola di salvaguardia unilaterale. Se si troverà un'intesa più tardi, presenterà in seguito un messaggio supplementare con una clausola di salvaguardia di comune accordo.
Nel peggiore dei casi non si arriverà ad un'intesa. Secondo i piani del Consiglio federale la Svizzera potrebbe attivare una clausola di salvaguardia al più presto nel 2018, un anno dopo la sua introduzione. Non si sa è se l'UE considererà questa misura unilaterale come una violazione dell'accordo di libera circolazione.
ats