I drastici tagli nell'aiuto allo sviluppo sono deplorati da Alliance Sud: "Un mondo politicamente stabile ed ecologicamente sostenibile, senza povertà, è importante anche per la Svizzera”
BERNA - Il Consiglio nazionale ha accettato drastici tagli nell’aiuto allo sviluppo nell'ambito del suo programma di stabilizzazione 2017-2019. Il 20-25% dei risparmi sarà fatto a danno della cooperazione internazionale. Una decisione che scontenta Alliance Sud: "il Consiglio federale abbandona anche l’obiettivo del Parlamento di destinare ogni anno 0.5% del reddito nazionale loro (RNL) alla cooperazione allo sviluppo".
A fine settembre, la presidente della Confederazione, Simonetta Sommaruga, ha dichiarato che l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata dall’Assemblea generale dell’ONU, era un “accordo storico”. Accettando l’agenda 2030, la Svizzera ha confermato anche la sua promessa di destinare 0.7% del reddito nazionale lordo alla cooperazione allo sviluppo.
Oggi, denuncia ancora la comunità di lavoro di politica di sviluppo delle organizzazioni svizzere di cooperazione internazionale, "il Consiglio nazionale recentemente eletto ha mancato l’occasione di porre fine alle economie fatte sulle spalle dei più poveri. Invece di annullare i tagli previsti, accetta – come già il Consiglio degli Stati lunedì – la proposta del Consiglio federale.
Alliance Sud - della quale fanno parte Swissaid, Sacrificio Quaresimale, Pane per tutti, Helvetas, Caritas e EPER/HEKS – giudica questa decisione miope e non solidale. “Un mondo politicamente stabile ed ecologicamente sostenibile, senza povertà, è importante anche per la Svizzera”, sottolinea Eva Schmassmann, esperta dello sviluppo presso Alliance Sud, “ma una maggioranza del nuovo Parlamento sembra preferire una politica di economie a corto termine rispetto all’interesse a lungo termine della Svizzera di avere un ordine internazionale solidale. Viste le sfide globali attuali, la Svizzera dovrebbe, al contrario, aumentare il suo aiuto”.