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BERNAIl progetto: i rifugiati al lavoro nei campi

20.05.15 - 17:41
Per le aziende agricole la possibilità di avere a disposizione braccia da sfruttare, per i profughi la possibilità di integrarsi
Il progetto: i rifugiati al lavoro nei campi
Per le aziende agricole la possibilità di avere a disposizione braccia da sfruttare, per i profughi la possibilità di integrarsi

BERNA - Assumere rifugiati riconosciuti e candidati ammessi provvisoriamente in aziende agricole permetterebbe a questi lavoratori di integrarsi meglio e ai contadini di disporre di mano d'opera. Dieci imprese in sette cantoni tentano l'esperienza in un progetto pilota sostenuto anche dalla Confederazione. Durerà tre anni.

In questo modo si darebbe pure la possibilità a queste persone di migliorare le conoscenze linguistiche e di acquisire nuove competenze. Anche il loro accesso al mercato del lavoro sarebbe facilitato, hanno sostenuto oggi nel corso di una conferenza stampa organizzata in un'azienda di Füllinsdorf (BL) i rappresentanti dell'Unione svizzera dei contadini (USC) e la Segreteria di stato della migrazione (SEM), promotori del progetto.

Gli agricoltori dal canto loro potrebbero disporre di mano d'opera che abita nella regione e in particolare in un'ottica a lungo termine. Inoltre, le collettività avrebbero l'opportunità di risparmiare visto che questi rifugiati diventerebbero finanziariamente indipendenti, ha affermato il responsabile del SEM Mario Gattiker. Dal canto suo, il direttore dell'USC Jacques Bourgeois ha ricordato che "l'80% dei rifugiati riconosciuti con un permesso B ricorrono all'aiuto sociale".

Le dieci aziende agricole che partecipano al test hanno già assunto o lo faranno entro l'anno 15 rifugiati. La durata dell'ingaggio sarà di tre mesi, ma potrà anche essere prolungata. Il salario lordo versato il primo mese ammonta a 2300 franchi lordi. A partire dal secondo mese questi lavoratori riceveranno un salario conforme alle norme minime dettate dal contratto normale di lavoro, ossia, nella maggior parte dei Cantoni, 3200 franchi, hanno spiegato USC e SEM.

Le aziende otterranno un indennizzo di 200 franchi mensili per i compiti amministrativi supplementari legati alla valutazione del progetto. Quelle che offrono anche vitto e alloggio alla manodopera riceveranno altri 200 franchi d'indennità mensile forfettaria. Confederazione e USC si accolleranno ognuna la metà del costo del progetto pari in tutto a 400'000 franchi.

A Füllinsdorf, l'azienda ortofrutticola di Margret e Andreas Eschbach da circa 20 anni assume anche rifugiati. Tuttavia, questo tipo di esperienza non è sempre facile. In certi Cantoni, per esempio, l'assunzione segna la cessazione immediata di qualsiasi appoggio da parte dello Stato: possibilità di dormire presso l'alloggio per richiedenti l'asilo, cassa malattia e vitto.

Il progetto pilota deve adesso mettere in evidenza le condizioni generali ideali e i fattori di successo atti a consentire un'integrazione dei rifugiati nel mondo del lavoro in ambito agricolo, è stato spiegato.

L'esperienza è anche una risposta alle esigenze sorte dopo l'approvazione dell'iniziativa contro l'immigrazione di massa del 9 febbraio 2014. Essa chiede un migliore sfruttamento del potenziale offerto dai lavoratori indigeni e quindi meno lavoratori immigrati. Il settore agricolo occupa ogni anno tra 25'000 e 35'000 stranieri. Provengono soprattutto da Polonia, Spagna e Portogallo e sono spesso assunti a tempo determinato, hanno sottolineato USC e SEM.

L'Organizzazione svizzera aiuto ai rifugiati (OSAR) si rallegra dell'iniziativa. "Più una persona si integra rapidamente tanto più breve è la sua dipendenza dalle prestazioni sociali", ha affermato il suo portavoce Stefan Frey avvicinato dall'ats. Ritiene comunque che per una persona sola sarà più facile cavarsela senza aiuti pubblici rispetto a chi ha una famiglia a carico.

Per l'Unione sindacale svizzera è importante che i rifugiati siano assunti e remunerati nel rispetto delle condizioni di lavoro svizzere, ha rilevato a sua volta il portavoce Thomas Zimmermann. Questo in particolare se il progetto venisse esteso anche ad altri settori.

ats

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