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BERNAEsercito più piccolo e più mobile, la commissione è d'accordo

22.04.15 - 11:09
La commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale (CPS-N) è convinta che la riforma dell'esercito va nella giusta direzione
Esercito più piccolo e più mobile, la commissione è d'accordo
La commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale (CPS-N) è convinta che la riforma dell'esercito va nella giusta direzione

BERNA - La riforma dell'esercito va nella giusta direzione: ne è convinta la commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale (CPS-N) - entrata in materia per 22 voti a 2 sul dossier già approvato dagli Stati in marzo - secondo cui le trasformazioni auspicate, tra cui spicca la riduzione degli effettivi a 100 mila soldati, miglioreranno il grado di istruzione dei soldati, nonché la capacità di reazione e mobilitazione della truppa. Il dibattito proseguirà il 18 e 19 maggio.

La CPS-N accoglie inoltre favorevolmente (con 16 voti a 9) il mantenimento del tiro obbligatorio, che - a suo avviso - conserva tutta la sua utilità. Il mantenimento di simile esercizio, indica una nota odierna dei Servizi parlamentari, è "tanto più importante se si considera la diminuzione del numero dei giorni di servizio". Se per la maggioranza è "in gioco (...) la sicurezza dei soldati", una minoranza propone invece l'abolizione dell'obbligo, "giudicando minimo il suo apporto militare".

Per 13 voti a 11, la CPS-N intende rinunciare all'istituzione di un organo di mediazione. La maggioranza crede che i meccanismi attuali - reclami per la via di servizio o intervento del cappellano militare - si siano dimostrati validi. Una minoranza pensa invece che i soldati, in caso di problemi, debbano potersi rivolgere a un'istanza indipendente.

Con 15 voti a 9, la CPS-N ha respinto la proposta di ridurre da dodici a nove anni il periodo durante il quale un militare deve prestare servizio. "No" anche - 15 a 9 - all'idea di stralciare dalla legge il compito di sostenere le autorità civili in caso di sovraccarico di queste ultime.

Per 17 voti a 7, la maggioranza ha rinunciato all'introduzione di una carta dei valori vincolante - proposta cara alla sinistra, ma bocciata agli Stati - per tutti i soldati, giudicando sufficiente il regolamento di servizio.

Durante le discussioni in marzo, la Camera dei cantoni ha approvato la cura dimagrante per l'esercito portando gli effettivi da 200 mila uomini, incluse le riserve, a 100 mila. In futuro, qualora fosse necessario il Consiglio federale potrà chiedere un innalzamento dell'effettivo reale a 140 mila unità.

A questo ridimensionamento corrisponde un aumento della prontezza: in dieci giorni potranno essere mobilitati 35 mila soldati. Gli Stati si sono anche pronunciati per una scuola reclute di 18 settimane, invece delle attuali 21, cui si aggiungono cinque corsi di ripetizione di 3 settimane ciascuno, invece di 6 corsi di quindici giorni come proposto dal Consiglio federale. I corsi dovrebbero avere scadenza annuale.

Le persone obbligate al servizio dovrebbero assolvere circa 240 giorni in grigioverde, invece dei 225 giorni proposti dall'esecutivo. La Camera dei cantoni ha anche optato per 3 brigate meccanizzate invece di 2.

Per rendere più attrattiva la carriera militare ai soldati di milizia, il Dipartimento federale della difesa potrà concedere aiuti finanziari a chi intende svolgere una formazione civile e, contemporaneamente, salire di grado. Durante i dibattiti si è parlato di una cifra attorno ai 23 milioni di franchi.

ats

 

 

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