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SVIZZERAPersonale dice sì a orari più lunghi, per Unia e Syna è tradimento

02.04.15 - 16:07
Personale dice sì a orari più lunghi, per Unia e Syna è tradimento

ZURIGO - Nell'industria della carta il franco forte porta a divisioni anche all'interno del fronte dei lavoratori: i sindacati Unia e Syna vogliono procedere giuridicamente contro l'associazione dei datori di lavoro del settore ASPI e l'associazione delle maestranze del ramo SPV poiché orientate a permettere alle imprese di aumentare i tempi di lavoro a causa delle pressioni dei cambi valutari.

Dopo l'abbandono della soglia minima di cambio con l'euro, l'ASPI si era rivolta ai sindacati per discutere sulla possibilità di aumentare da 42 a 45 le ore lavorative settimanali, scrivono Unia e Syna in un comunicato congiunto odierno. Tuttavia non si è arrivati ad un accordo.

Secondo i sindacati le trattative sono fallite perché l'ASPI non voleva garantire la protezione contro licenziamenti ingiustificati. L'associazione dei datori di lavoro non voleva nemmeno escludere tagli salariali o di indennità.

Una settimana dopo che le discussioni sono state dichiarate infruttuose. L'ASPI, secondo i sindacati, avrebbe agito alle loro spalle alleandosi con l'associazione dei lavoratori del ramo SPV. Tuttavia per un aumento delle ore di lavoro temporaneo c'è bisogno anche dell'approvazione dei sindacati. Il comportamento di ASPI e SPV ha violato il contratto collettivo del settore, secondo i sindacati, che parlano di "tradimento".

La SPV ha confermato all'ats di aver stipulato un contratto base con l'organizzazione dei datori di lavoro che permette di allungare le ore lavorative fino a 45 per settimana. Bisogna però sempre guardare la situazione individuale di ogni impresa.

Non si può parlare di violazione del contratto collettivo, secondo la SPV. Il contratto stipulato è stato pensato per i lavoratori, attivi in un settore fortemente influenzato dagli effetti di cambio.

La SPV è un sindacato vicino ai lavoratori, ha detto all'ats il presidente dell'associazione Beat Krügel. Le minacce da parte dei sindacati di procedere per vie legali non lo spaventano: "Che lo facciano", ha commentato Krügel.

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